ROMA – “Alla fine l’Apocalisse, almeno nel giorno della partenza del green pass, non c’è stata. Gli italiani che sono assai meglio di come li si descrive e di come alcuni leader sperano che siano, hanno rispettato in modo composto le regole, come hanno fatto sempre dall’inizio della pandemia, consapevoli che non ci sono dittature sanitarie ma uno sforzo comune da compiere per sconfiggere un nemico comune. Questo mi induce una riflessione. Leggendo i giornali, guardando la tv in questi giorni è stato proposto una sorta di bipolarismo. Da un lato la scienza e le istituzioni che invitavano a vaccinarsi e a seguire le regole. Dall’altro la voce (assai rumorosa)di chi si opponeva per ragioni diverse a queste scelte adducendo perplessità di vario ordine. Non entro nel merito e in alcuni casi (chi si preoccupa per le conseguenze delle regole emergenziali) rispetto alcune di queste ragioni e credo sia stato giusto dare ad esse risalto. Faccio solo notare che in questa rappresentazione è scomparsa la voce di ha creduto nella scienza e nelle istituzioni in nome del bene comune”.
“Sono la larghissima maggioranza di questo Paese, sono donne e uomini, lavoratori e pensionati, studenti che senza strepiti ed invettive hanno deciso di fare la loro parte per combattere il virus. Sono stati ascoltati e intervistati pochissimo.
È la famosa foresta che cresce senza fare rumore. E la rimozione ha consentito che anche in questa vicenda si potesse proporre lo schema del popolo contro le élite – prosegue Orlando -. Schema quanto mai inappropriato perché la stragrande maggioranza del popolo ha fatto il proprio dovere o almeno ciò che riteneva tale. Chi non l’ha fatto si è comportato in modo legittimo (perché ragioni di opportunità hanno sconsigliato l’obbligo) ma non può certo arrogarsi una funzione generale, si sarebbe detto un tempo. Ai secondi dobbiamo rispetto ai primi gratitudine”.
(LaPresse)