Diviso il Venezuela, diviso il mondo che lo osserva. E il Consiglio delle nazioni unite, ieri, non ha fatto altro che ratificare la spaccatura.
Ad appoggiare Guaidò, l’ingegnere 35enne che sta tentando di prendere il posto di Maduro, c’è il Canada e buona parte dei Paesi latinoamericani: Perù, Cile, Colomba, Ecuador, Costarica, Paraguay, Colombia ed Ecuador.
L’Europa non ha ancora una linea comune. Di base c’è la richiesta di elezioni immediate (clicca qui), in caso contrario la maggior parte dei membri dell’Unione riconosceranno presidente Guaidò. Ma le nazioni al loro interno sono ulteriormente divise. I diversi esecutivi hanno posizioni contrastanti sulla questione Venezuela, proprio come sta accadendo in Italia (clicca qui).
In politica estera l’Unione non ha pieni poteri. Ma stabilire un approccio unico al caso dei ‘due presidenti’, significherebbe crescere, mostrare forza a chi è dentro e fuori dall’Europa.
Cina e Russia hanno colto l’occasione per rianimare l’eterno scontro con gli Usa. A Trump Pechino e Mosca hanno chiesto di non interferire con quello che sta succedendo a Caracas. A sostenre il socialista, inoltre, ci sono Messico, Boliva, Cuba e Uruguay.