“Guerra alla Camorra”, il generale Burgio racconta la lotta dello Stato contro i clan

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Carmelo Burgio
Carmelo Burgio

La battaglia contro la camorra raccontata da chi l’ha combattuta davvero, in prima linea. Con “Guerra alla Camorra – Assalto ai Casalesi”, pubblicato il 21 marzo 2025 da Vallecchi Firenze, Carmelo Burgio offre una testimonianza cruda e diretta sulla guerra alla criminalità organizzata nel Casertano.

Il libro

Il libro (418 pagine), già disponibile per l’acquisto presso i principali store online come Amazon, IBS e Mondadori Store, ha già catturato l’attenzione del grande pubblico. Sia per il ruolo istituzionale dell’autore, un uomo-simbolo che ha rappresentato e rappresenta lo Stato con dedizione, passione, sacrificio e onore, sia per l’attualità dei temi trattati.

La carriera

Carmelo Burgio, nato ad Anzio l’8 giugno 1957, è un generale di corpo d’armata dei Carabinieri, ora in congedo. Durante la sua lunga carriera, ha ricoperto incarichi di rilievo sia in Italia che all’estero, distinguendosi per il comando del 1º Reggimento Carabinieri Paracadutisti “Tuscania” e della Multinational Specialized Unit in Iraq. Burgio è stato anche a capo delle Scuole dell’Arma dei Carabinieri e dei Comandi Interregionali “Culqualber” e “Podgora”. La sua esperienza diretta con la criminalità organizzata, tuttavia, trova il suo apice durante il suo mandato come comandante provinciale dei Carabinieri di Caserta, quando ha avuto il compito di affrontare uno dei clan più pericolosi d’Italia: i Casalesi.

La cattura di Setola e le altre azioni

Il libro racconta con precisione e dettaglio alcune delle più importanti azioni di contrasto ai clan, tra le quali l’operazione che portò alla cattura del boss Giuseppe Setola, uno degli uomini più ricercati e pericolosi dell’epoca. Ma anche i sequestri, le indagini sulla struttura delle cosche e molto altro. Con uno stile asciutto e diretto, l’autore non si limita a una cronaca degli eventi, ma offre un resoconto personale della pressione psicologica e delle difficoltà logistiche nell’affrontare una criminalità così radicata nel territorio. Gli episodi narrati non riguardano solo i momenti clou degli arresti, ma anche il contesto operativo fatto di azioni mirate, intercettazioni e collaborazione tra diversi organi dello Stato.

L'”eroe televisivo” Roberto Saviano

Il generale non risparmia critiche su come l’informazione abbia spesso spettacolarizzato il fenomeno camorristico. In particolare, dedica alcune riflessioni alla figura di Roberto Saviano, noto scrittore e giornalista autore di “Gomorra”. Secondo Burgio, Saviano avrebbe contribuito a creare una narrativa che, pur sensibilizzando il pubblico sull’esistenza e la pericolosità dei Casalesi, ha a volte distorto la percezione dell’effettivo contributo delle forze dell’ordine nella lotta quotidiana alla criminalità.

La battaglia ai clan

Il generale non esita a sottolineare il fatto che questa è una guerra quotidiana e complessa, che viene combattuta con il lavoro sul campo, con pedinamenti, intercettazioni e rischi quotidiani, al di là delle narrazioni letterarie e televisive. Chi combatte davvero è chi rischia la vita in strada, non chi ne parla dai salotti televisivi. Il libro è anche una riflessione sulle strategie utilizzate dallo Stato per combattere i clan. Burgio propone una valutazione critica dell’uso dei collaboratori di giustizia, che se da un lato si rivelano strumenti preziosi per l’acquisizione di informazioni, dall’altro sono spesso portatori di verità parziali e contraddittorie.

Il volto umano dello Stato

La narrazione si snoda tra momenti di alta tensione e spaccati di vita quotidiana dei militari impegnati sul campo. Burgio non manca di raccontare il lato umano di chi, in prima linea, è costretto a mettere da parte paure e fragilità per portare avanti una missione collettiva. Un quadro realistico e disilluso, che però riesce a restituire al lettore il senso profondo di una battaglia che non è quella dell’uomo contro l’uomo, ma dell’umanità contro la sua negazione.

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