Soltanto “propagandistiche” le cifre circolate sui possibili sbarchi. “Ad oggi – ha spiegato Giuseppe Conte – non emerge un quadro di imminente pericolo per i flussi di immigrazione” causati dalla guerra in Libia. Ciò che preoccupa il governo italiano, invece, è l’arrivo di foreign fighters. “C’è un rischio di recrudescenza del fenomeno terroristico, teniamo alta l’attenzione anche attraverso i servizi di intelligence”, ha aggiunto il presidente del Consiglio.
Far sbarcare potenziali attentatori nel Belpaese inquieta anche il ministro Matteo Salvini: “E’ chiaro che ci sono dei potenziali terroristi, anzi dei sicuri terroristi, pronti a partire in direzione dell’Italia, quindi a maggior ragione chi dice ‘porti aperti’ in un momento come questo fa il male dell’Italia e dell’Europa”.
Lo scontro tra Al Serraji e Khalifa Haftar stenta a placarsi. Il portavoce del premier libico ha cercato di rassicurare Conte: “L’Italia è importante nella battaglia diplomatica per far riconoscere all’Onu i crimini di guerra di Haftar”. Anche Mohanned Younis ha sminuito le cifre sul flusso di immigrati che potrebbe investire l’Italia: “Il numero di 800mila è solo una stima di quello che potrebbe accadere con il continuo delle guerra”.