Mentre la guerra in Medioriente tra Israele e Hamas entra nel 582esimo giorno, il conflitto continua ad allargarsi coinvolgendo sempre più direttamente attori regionali come Libano, Siria, Iran e Yemen. Gli Stati Uniti hanno annunciato un nuovo piano di distribuzione di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, da cui Israele ha scelto di restare fuori, segnando un ulteriore distacco nelle strategie tra gli storici alleati.
Nel frattempo, la tensione è esplosa dopo l’attacco all’aeroporto di Tel Aviv da parte dei ribelli Houthi, gruppo yemenita filo-iraniano. In risposta, il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha lanciato un duro avvertimento a Teheran: “Faremo ai leader iraniani ciò che è stato fatto ad Hamas a Gaza”. Un messaggio inequivocabile che sembra presagire un possibile allargamento del conflitto anche all’Iran.
Non si è fatta attendere la replica di Teheran. Il comandante delle Guardie della Rivoluzione iraniana, Hossein Salami, ha dichiarato che in caso di attacco da parte di Israele o Stati Uniti, l’Iran “aprirà le porte dell’inferno”, evocando scenari di guerra su larga scala in tutta l’area mediorientale.