I Casalesi avanzano nel Basso Lazio

I Casalesi avanzano nel Basso Lazio
I Casalesi avanzano nel Basso Lazio

CASAL DI PRINCIPE –Troppa concorrenza e, soprattutto, troppe inchieste: Terra di Lavoro, agli occhi di Nicola Schiavone ‘o russ (digeriti circa dieci anni di carcere), probabilmente ora appare affollata e rischiosa. E così, per rituffarsi nel mondo degli affari (in nome del clan dei Casalesi), dopo aver attivato quelli che riteneva i suoi canali sicuri per organizzare nuovi business tra San Marcellino e Villa di Briano, nell’estate del 2020 decide di virare sul Basso Lazio. Costituite le nuove società, rigorosamente intestate a prestanome, ‘o russ, stando a quanto accertato dalla Dia, prova lo sbarco a Minturno. E a vestire i panni di suo Cicerone in terra laziale sono, secondo gli investigatori, i fratelli Galluzzo. Grazie a Fabio Galluzzo oggi 43enne, entra in contatto con un imprenditore originario del Canada, che aveva già effettuato lavori in provincia di Latina. Ma chi gli mostra la possibilità di farsi largo nella stanza dei bottoni da cui si controllano gli appalti che contano è Sabato Galluzzo. Ed è con lui che il casalese, il 21 luglio 2020, si incontra su un lido (a Minturno). Durante la conversazione, emerge l’occasione di attivare una relazione con un personaggio molto inserito nel settore dei lavori pubblici. L’appuntamento con il “mister x” viene fissato per la settimana successiva al bar ‘Caffetteria Morelli’ sull’Appia.

Ad aspettarli all’esterno di quel locale ci sono pure gli agenti della Dia. E grazie alla loro presenza viene svelata l’identità del personaggio misterioso: si tratta di Mino Daniele Bembo, 45enne, all’epoca assessore a Minturno con delega proprio ai Lavori pubblici. Il trojan che gli agenti avevano installato sul telefono di Schiavone, però, non registra la parte iniziale del summit: comincia a funzionare solo al termine del confronto, quando Bembo è già andato via. Ma da ciò che si dicono ‘o russ e Galluzzo, gli investigatori apprendono che a Minturno, dove Schiavone era pronto a farsi largo, c’erano già altri uomini di Casal di Principe. E tra loro, ha messo nero su bianco la Dia in una nota, spicca Gennaro Martino, 54enne, fratello di Giuliano Martino, ritenuto dalla Dda affiliato al clan Russo (costola degli Schiavone). E l’assessore Bembo avrebbe avuto rapporti proprio con questo Gennaro Martino.

All’epoca, l’esponente della giunta era tra i papabili candidati sindaco alle elezioni che si sarebbero tenute l’anno successivo. E Schiavone, nel corso del dialogo con Galluzzo, riassumono gli investigatori, si mostra intenzionato a sostenerlo e anche ad effettuare lavori gratis per lui, per ottenere successivamente vantaggi nell’assegnazione dei lavori pubblici (nel caso in cui avrebbe conquistato lo scranno più alto dell’Ente). Bembo avrebbe dato a Schiavone il numero del suo cellulare, ma Schiavone, volendo evitare contatti diretti con il politico, dice a Galluzzo che sarebbe stato lui a fare da intermediario. La Dia, dopo quell’incontro, registra pure altre chiamate tra ‘o russ e Galluzzo, incentrate sempre sull’eventuale partecipazione delle società, fresche di costituzione, a gare d’appalto. E in quella del 3 agosto 2020, Galluzzo comunica al casalese che grazie al loro gancio in amministrazione sarebbero riusciti ad incontrare a breve il tecnico del Comune. 

A dimostrazione dell’intenzione di Schiavone di rituffarsi nel mondo degli affari, ma lontano da Caserta, c’è anche il suo avvicinamento a Raffaele Lello Letizia, personaggio con alle spalle una corposa militanza nel clan dei Casalesi, che da diversi anni vive ad Anzio. ‘O russ avrebbe contattato Letizia per sondare la sua disponibilità ad avviare insieme nuovi business sempre sulla costa laziale.  Il tentativo di Schiavone di sbarcare a Minturno e ad Anzio documentato dalla Dia è tra gli atti dell’inchiesta che a novembre dell’anno scorso ha portato al suo nuovo arresto cautelare (ancora una volta per associazione mafiosa – provvedimento recentemente confermato dalla Cassazione). Non sono coinvolti in questa indagine e sono da ritenere innocenti (e lontani da realtà mafiose) fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile i Galluzzo, l’ex assessore Bembo e Martino.

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