LA RADIO ITALIANA HA COMPIUTO 100 ANNI. In questi giorni, la radio italiana ha celebrato il suo centesimo compleanno, Il 6 ottobre 1924, alle ore 21:00, la radio italiana trasmetteva il suo primo annuncio ufficiale, La voce di Ines Viviani Donarelli, accompagnata da un concerto di musica operistica, segnava l’inizio di un’era che avrebbe trasformato il modo di comunicare e di vivere della nazione.
Per celebrare questo importante traguardo, il Senato della Repubblica ha organizzato una cerimonia commemorativa, ricordando i momenti più significativi della storia della radiofonia italiana, con la partecipazione di figure iconiche come Renzo Arbore e Umberto Broccoli.
Per dovere di cronaca è doveroso citare Maria Luisa Boncompagni, alla quale è stata data storicamente la paternità del primo annuncio ufficiale della radio italiana, all’epoca denominata URI. (Unione Radiofonica Italiana: era una società anonima italiana fondata il 27 agosto 1924 a Torino, aveva l’esclusiva per le trasmissioni radiofoniche in Italia e operava in regime di monopolio. e va come l’antesignana dell’odierna RAI) Ma successive preziose ricerche e scoperte fatte da Barbara Scaramucci, nel 1997 (già direttrice delle Teche RAI) hanno invece rivelato, che il primo annuncio URI, fu fatto da Ines Viviana Donarelli. In realtà sono vere entrambe le versioni. La “diatriba” è andata avanti per anni, cerchiamo di fare chiarezza.
Ci fu un primo annuncio da parte di Maria Luisa Boncompagni, nel quale vennero date notizie tecniche e identificative della stazione trasmittente, che vennero trasmesse prima della presentazione del concerto ad opera della Donarelli. La Boncompagni in ottemperanza del suo contratto fece un annuncio tecnico e ufficiale, rintracciabile anche in rete, nel quale disse: “Unione Radiofonica Italiana, 1RO, stazione di Roma, concerto sinfonico inaugurale”.
Successivamente Ines Viviani Donarelli, violinista, e moglie di Ugo Donarelli, il primo direttore artistico della radio italiana, che faceva parte del quartetto chiamato ad inaugurare le trasmissioni radiofoniche in Italia, fece un altro annuncio, nel quale disse, prime dell’esibizione che la vedeva coinvolta in qualità di violinista: “URI, Unione Radiofonica Italiana, 1RO, stazione di Roma, lunghezza d’onda metri 425. A tutti coloro che sono in ascolto il nostro saluto e il nostro buonasera, sono le ore 21.00 del 6 ottobre 1924, trasmettiamo il concerto di inaugurazione della prima stazione radiofonica italiana, per il servizio delle Radio Audizioni Circolari. Il quartetto composto da Ines Viviani Donarelli, che vi sta parlando, Alberto Magalotti, Amedeo Fortunati, Alessandro Cicognani, eseguirà Haydn, dal quartetto opera 7, primo e secondo tempo.”
Due annunci quindi, il primo istituzionale, tecnico e identificativo della stazione trasmittente, il secondo più confidenziale e divulgativo, rivolto ai neo ascoltatori, ai quali vennero presentati i contenuti eseguiti e trasmessi da quella prima storica emissione radiofonica.
In un successivo studio/articolo, ci rivolgeremo a una minuziosa ricostruzione storica delle principali attività della radio italiana nel corso della sua storia, prima durante e dopo i due conflitti storici mondiali. In questa fase ci “limiteremo” ad abbozzare elementi che hanno a che fare con la storia più recente, e con le implicazioni tecniche, geografiche, scientifiche e di comunicazione, che hanno coinvolto il Centro Trasmittente denominato NAPOLI – MARCIANISE.
Nella seconda parte del nostro intervento, ci riferiremo alla storia della comunicazione dei mass media in Italia, partendo da un accenno circa il ruolo svolto da Alessandro Marconi, nella nascita della radio.
LA STAZIONE TRASMITTENTE DI NAPOLI – MARCIANISE
In pochi purtroppo ricordano, che la storia della radio Italiana, è passata anche attraverso le gloriose frequenze di Radio Napoli, e ha raggiunto tutto il mediterraneo successivamente, a partire dal 1948, grazie alla stazione trasmittente di Napoli- Marcianise. Ma procediamo con calma.
È interessante sottolineare il ruolo svolto nella storia e nella diffusione delle radio in Italia, dalla stazione trasmittente di Napoli – Marcianise, un sito, purtroppo smantellato insieme a tanti altri in tutta Italia qualche anno fa, da parte della Rai, che nel corso degli ultimi anni ha cessato le trasmissioni in onda corta prima nel 2007, e in onda media poi nel settembre del 2022.
La stazione denominata Napoli – Marcianise, nasceva sulle ceneri del primo centro trasmittente napoletano entrato in funzione Il 28 ottobre 1926 dalla sede storica di via Cesario Consoli, da dove diffondeva due ore di programmi serali e musica da ballo da un famoso caffè di via Toledo, a Napoli, e che conteneva anche interviste e canzoni.
Distrutto durante la seconda guerra Mondiale, il nuovo centro trasmittente venne inaugurato il 25 novembre del 1948, su un terreno di proprietà del filosofo Benedetto Croce, che volle essere presente il giorno della sua inaugurazione insieme a Enrico De Nicola, allora Presidente della Repubblica e Vittorio Veltroni, il padre di Walter, che allora era un dirigente della Rai. Le trasmissioni, irradiate in onde medie dalla stazione, hanno trasmesso per anni, il segnale della Rai in tutto il bacino del mediterraneo, e sono state un punto di riferimento, per l’ascolto del “Notturno Italiano”, storica trasmissione ascoltabile in tutto il mondo sui servizi internazionali radiofonici dell’ emittente di Stato.
Sui 657 Khz irradiati dalla stazione radio di Napoli – Marcianise, sono state trasmesse numerose trasmissioni che hanno lasciato un segno nella storia della radiofonia italiana, tra le più celebri, possiamo ricordare “Canzoni Napoletane”, un programma dedicato alla musica tradizionale napoletana, che ha contribuito a diffondere e preservare il patrimonio musicale della città, nella quale erano presenti con esibizioni dal vivo artisti come Roberto Murolo e Aurelio Fierro e “Il Gazzettino di Napoli”, un notiziario locale che forniva aggiornamenti su eventi e notizie della regione Campania.
IL CONTESTO STORICO PRECEDENTE. Nel 1937 La sede Rai si trasferisce al Palazzo dei telefoni dello Stato con 2 nuovi auditori, ma nel ’43 il nuovo Centro venne fatto saltare dalle mine dei tedeschi, per un breve periodo Radio Napoli trasmise dalla collina di Pizzo Falcone per mezzo di un trasmettitore da campo posizionato a Villa Nova, e successivamente si trasferì nella sede della fabbrica “Singer”, requisita dagli americani in Corso Umberto. Dal 1962 la sede del Centro di Produzione di Napoli è in Via Marconi dove si trova anche il grande e famoso Auditorio.
RAI RADIO LIVE: È opportuno segnalare in questo contesto, che nel percorso di modernizzazione che la radio italiana sta compiendo verso l’utilizzo di nuove tecnologie, che da qualche anno.(marzo 2022) nel Centro di produzione Rai di Viale Marconi, vengono realizzati i programmi di Radio Live Napoli, un’emittente radiofonica tematica dedicata alla diffusione del patrimonio musicale di Napoli, che offre attualmente una varietà di programmi interessanti come “Diretta live”, a cura di Francesca Silvestre, che spazia dalla musica napoletana tradizionale a quella contemporanea, con eventi speciali e concerti dal vivo.
LA STORIA: GUGLIELMO MARCONI. La storia della radio in Italia è strettamente legata ai pionieristici esperimenti di Guglielmo Marconi realizzati alla fine dell’Ottocento. Marconi, considerato il padre della radio, realizzò le prime trasmissioni senza fili, aprendo la strada a un nuovo mezzo di comunicazione. Nel 1895, a soli 21 anni, realizzò il suo primo esperimento di telegrafia senza fili, quando utilizzando un’antenna trasmittente, riuscì a inviare segnali radio a una distanza di circa 2 chilometri. Questo esperimento segnò l’inizio di una serie di successi che portarono Marconi a fondare la “Marconi’s Wireless Telegraph Company” nel 1897, e nel 1901, a realizzare la prima trasmissione radio transatlantica, inviando segnali dalla Cornovaglia a Terranova; Fatti questi di importanza tecnologica senza pari, e fondamentali per lo sviluppo delle comunicazioni, che portarono l’inventore italiano a ricevere il Premio Nobel per la Fisica nel 1909, condiviso con il fisico tedesco Ferdinand Braun.
UN PO’ DI STORIA: L’ARALDO TELEFONICO. Nel 1922, mentre in vari paesi si stavano allestendo le prime emittenti radiofoniche, in Italia l’ingegnere Luigi Ranieri, che dal 1909 gestiva l’Araldo Telefonico, una delle prime forme di filodiffusione in Italia, iniziò a trasmettere programmi sonori attraverso linee telefoniche. Le trasmissioni iniziarono il 19 luglio 1909 dallo studio di via Torino a Roma e furono sospese nel 1916 a causa del fallimento della società, ma ripresero nel 1922, con l’apertura di stazioni anche a Milano e Bologna. L’Araldo Telefonico trasmetteva un palinsesto variegato che includeva notiziari ogni ora, musica in diretta da teatri e caffè-concerto, novelle, brani di romanzi, recensioni e corsi di lingue. Tra i programmi più importanti c’erano le trasmissioni musicali in diretta dall’Augusteo e dall’Accademia di Santa Cecilia di Roma per la musica sinfonica, e dal Teatro dell’ Opera di Roma Costanzi per la lirica.
ARRIVANO GLI AMERICANI: La Western Electric, desiderosa di entrare nel mercato italiano, prese contatto con Ranieri per avviare una stazione radiofonica, nel giugno del 1923, iniziarono le trasmissioni sperimentali di Radio Araldo, la prima emittente radiofonica circolare italiana. Il segnale veniva ricevuto anche a più di cinquanta chilometri dalla capitale. Tuttavia, con l’avvento del governo Mussolini, la concessione per le trasmissioni radiofoniche fu data alla Marconi Company, che fondò la Società Anonima Radiofono nel settembre 1923.
LA RADIO E IL VENTENNIO
Durante l’era fascista, la radio divenne uno strumento fondamentale di propaganda e informazione. L’Unione Radiofonica Italiana (URI), fondata nel 1924, fu trasformata nel 1927 nell’Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche (EIAR), con il sostegno finanziario dello Stato. Mussolini comprese rapidamente il potenziale della radio come mezzo di propaganda. Durante la Seconda Guerra Mondiale, la radio continuò a svolgere un ruolo cruciale come mezzo di informazione e propaganda. L’EIAR trasmetteva notizie e programmi culturali, mentre le radio clandestine e quelle delle forze armate alleate svolgevano un ruolo fondamentale nella Resistenza. Radio Londra, ad esempio, trasmetteva messaggi in codice per supportare l’avanzata degli Alleati. In Sicilia, la radio delle forze armate americane contribuì a mantenere i contatti con gli alleati e a coordinare le operazioni militari durante lo sbarco del 1943.
I PIONIERI DELLA RADIO
Oltre a Nunzio Filogamo, altre figure storiche importanti che operarono alla radio durante questo periodo includono Corrado Mantoni, che annunciò la fine della guerra il 9 maggio 1945, e Paolo Fabbri, direttore del giornale radio EIAR della Repubblica Sociale Italiana. Le radio clandestine intanto in questo periodo, come Radio Co.Ra., svolsero un ruolo cruciale nel mantenere i contatti con gli alleati e nel supportare la Resistenza. Tra le figure storiche più rilevanti, ricordiamo anche Alba De Céspedes, che collaborò al programma “Italia combatte” trasmesso da Radio Bari, e Arnoldo Foà, che partecipò attivamente alla propaganda antifascista. Antonio Piccone Stella e Pio Ambrogetti furono altre due voci importanti della radio durante la guerra, contribuendo alla diffusione di messaggi di resistenza e informazione. Nel 1926, entrarono in funzione le stazioni radio di Napoli e Milano, seguite da quelle di Bolzano, Genova e Torino. A Bari, la prima stazione radio-telegrafica internazionale fu inaugurata il 3 agosto 1904. Guglielmo Marconi stesso sovrintese ai lavori sul molo di San Cataldo, dove furono erette le due torri necessarie al completamento della stazione.
Finisce qui questo primo appuntamento con la storia della radio, prossimamente continueremo la nostra ricerca, e le nostre pubblicazioni, indagando sul ruolo e sulla funzione di questo media nel corso dei decenni, esplorando ancora e più dettagliatamente figure, programmi e soprattutto indagando la trasformazione di questo mezzo e le sue implicazioni sociali, politiche, storiche e tecnologiche sui costumi e sulla società italiana e sui suoi riflessi a livello internazionale.