NAPOLI – Nella coalizione a sostegno di Catello Maresca entra nel vivo il risiko per l’assegnazione delle presidenze in Municipalità. Tra le prime dieci delibere annunciate dal magistrato in aspettativa ce n’è una che assegna proprio ai parlamentini capacità economica, dunque finanziaria e gestionale. Dote che senza dubbio li rende più ambiti di quanto già non siano. La faglia che divide la coalizione vede da un lato le liste civiche, dall’altro i partiti a cui il candidato sindaco ha tuttavia riconosciuto un ruolo preminente al tavolo delle trattative. Il primo strappo si è consumato tra “Essere Napoli” di Giuliano Annigliato e la Lega di Severino Nappi che a questa tornata non presenterà il proprio simbolo.
Tra i territori più contesi c’è la nona Municipalità (Pianura-Soccavo) dove mal si incastrano le rivendicazioni di Fratelli d’Italia e le aspirazioni delle civiche. Tra i pretendenti spicca “Orgoglio napoletano” di Agostino Romano che al suo seguito presenta una batteria di otto liste. Pronti da più di un mese i nomi e i relativi casellari giudiziali. Sulla presidenza, Romano non lascia adito a dubbi: “Stiamo alla sintesi di Nicola Mercurio e Catello Maresca”. Il freno alle ambizioni delle civiche è rappresentato dal solido pacchetto di voti detenuto da Marco Nonno e Fratelli d’Italia; quel che segretamente le alimenta è però il ruolo di consigliere regionale che Nonno ricopre e che non pare intenzionato a lasciare.
Il non detto è che l’incognita si annidi nella nutrita galassia di liste a sostegno di “Orgoglio napoletano”, che potrebbe non accettare un ruolo di secondo piano e decidere di correre in autonomia. D’altronde c’è chi, come Enzo Rivellini, ci tiene a ribadire che “l’accordo c’è sul Comune, non sulle Municipalità”. La sua “Napoli capitale” porterà candidati presidenti in ogni Municipalità. Nella quinta (Vomero-Arenella) spicca il nome di Elvio Covino, professore universitario e presidente di “Società e famiglia”; nella seconda (Avvocata-Porto) c’è Salvatore Rotondo. Ma le sorprese sono nella settima (Secondigliano-S. Pietro) contesa tra Moschetto e Pistone: “Ci sono anch’io – annuncia Rivellini – E a chi mi dice che sono già stato eurodeputato rispondo che in politica non esistono passi avanti o indietro”.
A sostegno delle sue ambizione, “Napoli capitale” rivendica i risultati elettorali del 2016: “Quando noi incassammo il 3% – ricorda Rivellini -, Fratelli d’Italia l’1% e la Lega era addirittura senza lista”. Stando all’ultima divisione pattuita, sembrerebbe che a Fratelli d’Italia spetteranno quattro presidenze, alla Lega e alle civiche un massimo di tre, ed altrettante a Forza Italia. I forzisti ne perdono una in ragione del nutrito drappello di fuoriusciti e confluiti negli “Azzurri per Napoli” di Stanislao Lanzotti che commenta le recenti sintonie tra Lega e Forza Italia a livello nazionale per rivendicare le ragioni che hanno portato al suo addio: “Non siamo noi a cambiare casacca – dichiara -, sono loro a vendere l’anima a Salvini tradendo 25 anni di storia”.