I fari della Mobile su Pagano e Sgulò

I fari della Mobile su Pagano e Sgulò
I fari della Mobile su Pagano e Sgulò

S. CIPRIANO D’AVERSA – Chi aveva tentato di occupare il vuoto criminale che si era formato in paese è stato già arrestato e condannato: stiamo parlando di Oreste Reccia, alias recchia ‘e lepre: è stato ammanettato nel 2021 e giudicato colpevole di associazione mafiosa e pizzo nell’estate dell’anno scorso (con una condanna a 9 anni di reclusione). Dopo aver trascorso diversi anni in cella, tornato nella sua San Cipriano d’Aversa aveva messo in piedi una batteria di estorsori per spillare denaro a commercianti e imprenditori dell’Agro aversano. Grazie alle indagini condotte da polizia e carabinieri, coordinati dalla Dda di Napoli, anche alcune persone che lo avevano supportato nella riorganizzazione del clan hanno già dovuto confrontarsi con la giustizia (diversi soggetti che lo avevano aiutato nelle estorsioni sono stati pure condannati in Appello e ora attendono il processo in Cassazione).

Pagano e Sgulò

Tuttavia, le indagini sul circuito criminale riattivato da Reccia non sono terminate. La Squadra mobile di Caserta continua a concentrare la sua attenzione su altri individui che avrebbero avuto stretti legami con il boss. E tra questi figurano Guido Pagano e Diamante Sgulò.

Il primo, ora 32enne, è stato già in carcere per reati legati allo spaccio di droga: è il nipote diretto di Ernesto Dante Pagano, nato nel 1932 a San Cipriano d’Aversa e morto nel 1977 in un agguato camorristico a Varcaturo. Era un noto criminale del paese (inedificabile con la figura del ‘guappo’) che si occupava di risolvere conflitti privati e garantire protezione ai commercianti locali in cambio di denaro. Il 32enne è anche nipote di Antonio Pagano, affiliato al gruppo di Raffaele Cutolo, assassinato nel 1989 insieme ad altre quattro persone durante la faida tra la Nuova camorra organizzata e i Casalesi.

Diamante Sgulò, invece, non ha trascorsi criminali e non vanta neppure tra i suoi congiunti elementi che hanno fatto la storia della camorra. Risulta essere il titolare di una società di calzature con sede ad Aversa. 

Gli investigatori ritengono che i due abbiano formato un vero e proprio sodalizio con Reccia (nei confronti del quale avrebbe avuto ruolo di subalterni). Per i poliziotti, inoltre, in diverse occasione avrebbero vestito i panni di autista del mafioso. In alcuni casi, è emerso pure che Maria Grazia Tessitore si rivolgeva proprio a Pagano e a Sgulò per comunicare con suo marito, Oreste Reccia, facendo di loro dei veri e propri intermediari.

Il business a Pagani

Nell’estate del 2020, la polizia ha documentato che Pagano avrebbe organizzato un appuntamento a Reccia con un suo contattato in provincia di Salerno, a Pagani, per discutere di nuovi affari. Il boss si recò a quell’incontro accompagnato da Sgulò.

I rapporti 

con gli Ascione-Papale

Analizzando la relazione tra Reccia, Sgulò e Pagano, gli investigatori hanno scoperto frequenti contatti tra l’area sanciprianese e persone indirettamente legate al gruppo Ascione-Papale criminalmente attivo ad Ercolano. In particolare, è emerso che Reccia e sua moglie avevano contatti con Patrizia Ascione e il suocero, Andrea Di Bartolomeo. Patrizia Ascione è la figlia del defunto Raffaele Ascione, detto ‘o luongo, capo del clan Ascione-Papale. Suo marito è Giorgio Di Bartolomeo ed è in carcere per omicidio.  

Da sinistra: Guido Pagano e Oreste Reccia

Gli investigatori hanno raccolto prove di una visita dei sanciprianesi a Ercolano nell’agosto di tre anni fa. Alcuni giorni dopo, fu il suocero di Ascione a giungere a Casal di Principe per incontrare Reccia nel parcheggio del campo sportivo. 

Gli inquirenti ipotizzano, ma al momento è solo una pista investigativa, che durante il recente e breve periodo che Reccia ha trascorso in  libertà, oltre alle estorsioni, è possibile che si sia dedicato ad inserirsi nel traffico e nello spaccio di droga sfruttando i suoi legami con Ascione.

Ad oggi, ripetiamo, si tratta solo di ipotesi messe nero su bianco dalla polizia a cui si sta ancora lavorando. Non è da escludere che l’attività investigativa faccia emergere che tra i Reccia e gli Ascione non ci sia stato nulla di illegale e che Pagano e Sgulò non si siano resi protagonisti con il boss sanciprianese di attività illecite.

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