CASAL DI PRINCIPE – Frode fiscale, riciclaggio e trasferimento fraudolento di beni: sono i reati al centro dell’indagine coordinata dalla Dda di Napoli, che ha portato a cinque condanne in primo grado. Il giudice Sarno del Tribunale partenopeo ha inflitto, con rito abbreviato, 4 anni di reclusione ad Antonio Caliendo, imprenditore 37enne di Casal di Principe; 3 anni ciascuno a Gaetano Marrapese, 48enne di Pastorano, Antonio Luca Iorio, 48enne di Calvi Risorta, e Alfonsina Russo, 33enne di Casale. Tre anni e 6 mesi, invece, per Ersilia Carano, 58enne, anche lei di Casal di Principe.
Per tutti gli imputati è stata esclusa l’aggravante dell’agevolazione mafiosa inizialmente contestata. Assolti Maria De Gaetano, 48enne di Pastorano, moglie di Marrapese, e Nicolino Iorio, padre di Antonio Luca Iorio (anche il pm aveva chiesto per lui un verdetto di non colpevolezza). Al centro dell’attività investigativa, condotta dalle fiamme gialle del Nucleo speciale di polizia valutaria di Roma, c’è la ditta Ambienta, società di gestione e smaltimento rifiuti con sede a Pastorano, intestata – secondo l’accusa – a dei prestanome. Dietro la società, sempre secondo la ricostruzione accusatoria, ci sarebbero i fratelli Iorio, già destinatari in passato di provvedimenti interdittivi antimafia.
Per aggirare tali interdizioni, gli imprenditori avrebbero fatto ricorso a “teste di legno”. La Dda, sposando la tesi delle fiamme gialle, sostiene che Ambienta abbia utilizzato numerose fatture per operazioni inesistenti, per un totale di circa 7,5 milioni di euro, generando costi fittizi e permettendo, al tempo stesso, la fuoriuscita degli utili aziendali attraverso un articolato sistema di riciclaggio.
Dalla Ambienta, tramite bonifici legati alle false fatture, il denaro sarebbe finito nelle casse delle società del cosiddetto ‘gruppo Caliendo’, anche queste – secondo l’accusa – intestate a prestanome. Gli imputati, da considerarsi innocenti fino a un’eventuale condanna definitiva, rispondono a vario titolo di riciclaggio, frode fiscale, emissione di fatture false e intestazione fittizia di beni. Nel collegio difensivo gli avvocati Mirella Baldascino, Luigi Baldascino, Pasquale Diana, Carlo De Stavola, Giuseppe Stellato, Vincenzo Restivo e Claudio Botti. Le motivazioni del verdetto saranno rese note entro 90 giorni.