TEANO– La Corte dei Conti ha condannato 18 dipendenti del Centro per l’Impiego di Teano a risarcire i danni in favore della Provincia di Caserta, per aver attestato falsamente la propria presenza sul luogo di lavoro. L’ex sindaco di Roccamonfina Letizia Tari condannata a 6mila euro in veste di funzionaria. I coinvolti sono stati condannati a risarcire somme variabili tra i mille e 700 e i 5mila e 950 euro; complessivamente è stato accertato che il danno ammonta a 67mila e 717 euro più altre spese per un totale di 80mila euro. La Procura della Corte dei Conti ne aveva chiesti invece 190mila. Ad essere coinvolti oltre alla Tari sono Angelo Amore, Roberto Di Cristoforo, Mario Andrea, Michelina Zarrillo, Giuseppe Simeone, Fioravanti Zoppi, Anna Cenname, Vincenzo Cioffi, Silvano De Monaco, Domenico Di Marco, Pasquale Fusco, Natia Rosalba Medici, Rosa Maria Peluso, Alberto Perrone, Lidia Pino, Vincenzo Cucco e Silvana Senese. Sono di Teano, Roccamonfina, Cellole, Sessa Aurunca, Riardo, Caserta, Pietramelara. Assistiti dagli avvocati Salvatore Piccolo, Gabriele Gallo, Ottavio Pannone, Gianluca Di Matteo, Gianluca Sasso, Ottavio Pannone, Matilde Pannone e Marco Pannone, i coinvolti nell’inchiesta erano stati chiamati a dedurre dalla Corte dei Conti un anno fa.
La Sezione Giurisdizionale per la Regione Campania della Corte dei conti, con sentenza depositata in data 11 marzo scorso, ha condannato 18 dipendenti del Centro per l’Impiego di Teano a risarcire i danni in favore della Provincia di Caserta, per aver attestato falsamente la propria presenza sul luogo di lavoro. Il provvedimento consegue alle indagini condotte dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Caserta, che portarono in sede penale all’applicazione di misure cautelari personali e reali per i delitti di truffa aggravata e false attestazioni. Le indagini, avviate a seguito di una segnalazione pervenuta dal presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, eseguite tramite tecniche investigative di osservazione, controllo, pedinamento, intercettazioni telefoniche, videoregistrazioni, acquisizioni documentali e sommarie informazioni, consentirono di accertare nell’arco di 5 mesi, fra il 2017 e il 2018, plurimi casi di assenteismo da parte dei dipendenti del Centro per l’impiego di Teano che attestavano “falsamente” la propria presenza sul luogo di lavoro.
Al fine di ricostruire la vicenda sotto l’aspetto erariale, il sostituto procuratore Mauro Senatore, con il coordinamento del Procuratore regionale Antonio Giuseppone, delegò la Guardia di Finanza a svolgere specifici accertamenti, all’esito dei quali nel gennaio 2024, la Procura emise un “invito a dedurre” nei confronti di 18 dipendenti, contestando agli autori delle condotte antigiuridiche un danno erariale derivante sia dall’ingiusto profitto per le false attestazioni della presenza sul luogo di lavoro, sia per il nocumento arrecato all’immagine dell’ente. Lo stesso organo requirente non ritenendo, poi, valide le deduzioni fornite, nel giugno 2024 ne evocò il giudizio dinanzi alla Sezione Giurisdizionale della Campania, la quale, accogliendo la richiesta, condannò i convenuti al risarcimento in favore della Provincia di Caserta delle somme loro ascritte per un ammontare complessivo di oltre 80mila euro, importo risarcitorio che dovrà essere maggiorato di rivalutazione monetari e interessi.
L’attività eseguita dalla Guardia di Finanza di Caserta sotto l’egida della Procura Corte dei conti di Napoli, si inquadra nella costante azione di servizio finalizzata a contrastare la criminalità economica, per il soddisfacimento delle legittime pretese creditorie dell’Erario ed il ripristino della legalità. Secondo gli investigatori gli indagati attestavano falsamente la propria presenza a lavoro prima falsificando gli orari di ingresso e di uscito sul registro delle presenze giornaliere, quindi timbrando il cartellino marcatempo. Alcuni di loro furono ripresi mentre svolgevano attività private, alcuni intenti a fare la spesa o sbrigare altre faccende quotidiane. Si valuta adesso l’eventuale ricorso ma le cifre basse a cui sono stati condannati potrebbe far desistere i coinvolti.