CAIVANO – Un uomo fidato, una sorta di braccio destro. E’ così che appare Roberto Alfio Maugeri a leggere le carte dell’ordinanza che,
nei giorni scorsi, lo ha colpito con l’accusa di essere il fedelissimo del boss Antonio Angelino, alias Tibiuccio. Con lui anche Giovanni Barra. Nessuno dei due è di Caivano. Maugeri, 33 anni, risulta infatti domiciliato a Casoria, mentre Barra (alias ’o scucciato) è di Casavatore. In passato Maugeri era stato coinvolto in un’inchiesta contro il gruppo dei Sasso-Parziale di Afragola, precisamente del rione Salicelle. Un gruppo che secondo la Dda avrebbe agito con il consenso di Moccia. Ma soprattutto un gruppo che avrebbe rappresentato la longa manus degli storici padrini di Afragola. Maugeri e Barra avrebbero agito dapprima ai vertici del clan Angelino, con particolare riferimento ai business delle estorsioni. Poi, in seguito all’arresto di Tibiuccio, avrebbero sostanzialmente preso le redini del clan. Tanto da ereditare la liste delle vittime delle estorsioni.
Una tradizione criminale, in quel di Caivano, dove gli Angelino-Gallo avevano a loro volta ereditato la lista dai Sautto-Ciccarelli. Avevano messo nel mirino anche una delle aziende di moda più note del territorio, la Harmont&Blaine, simbolo dell’imprenditoria italiana nel settore dell’abbigliamento. Secondo gli inquirenti, Giovanni Barra era stato incaricato personalmente della riscossione del “pizzo” alla nota casa di moda. A confermare il piano criminale ci sono intercettazioni ambientali e telefoniche, dalle quali emerge un preciso schema organizzativo, in parte diretto dallo stesso Cipolletti anche dal carcere. Tra i dialoghi captati, significativa la conversazione tra Cipolletti e Bervicato.
“Allora per la Harmont&Blaine, Harmont & Blaine, provvedi tu?”, la domanda di Raffaele Bervicato. Cipolletti: “Da Harmont & Blaine e quello del cemento, 1.500 uno e mille, sono 2.500”. Una pianificazione chiara, a cui seguì la comunicazione definitiva. Cipolletti: “Vedi che già se l’è visto Giovanni all’Harmont&Blaine”.