SANT’ARPINO – Intrecciare rapporti con sindaci e dipendenti comunali, con la speranza di accaparrarsi appalti su appalti per la raccolta rifiuti, sarebbe stato solo il primo livello di azione: Carlo Savoia, imprenditore santarpinese, grazie al network offertogli da Pasquale Vitale, suo amico e avvocato casertano, è andato oltre, arrivando, dicono i carabinieri, a fare business anche con importanti strutture regionali. E monitorando le condotte dell’uomo d’affari e del legale, i militari dell’Arma, delegati dalla Procura di Napoli, sostengono che sia saltato fuori pure il loro (ipotizzato) approccio corruttivo nei confronti di funzionari della Campania Servizi e Ambiente Spa, la partecipata della Regione che opera nel settore della difesa del suolo, delle bonifiche e del rischio idrogeologico.
Sarebbe stato Vitale a mettere in contatto Savoia con la dirigenza della società, sfruttando il suo rapporto con Luca Antonio Esposito, amministratore delegato. E tessendo questa trama di contatti, le ditte riconducibili al santarpinese sarebbero state in grado di ottenere importanti commesse.
L’attenzione dei carabinieri è stata catturata dall’interessamento mostrato nel 2017 da Vitale allo stanziamento da parte della Regione di fondi per 150 milioni di euro per le attività di mitigazione del rischio idrogeologico. Come soggetto attuatore degli interventi da finanziare era stata individuata proprio la Campania Ambienti e Servizi Spa. Un interessamento, quello di Vitale, che è stato seguito passo dopo passo dai militari del Comando per la Tutela ambientale. E nel farlo hanno intercettato una conversazione in auto, datata 19 luglio 2017, che ritengono interessante ai fini investigativi. Nel corso della chiacchierata, Vitale dice al santarpinese che aveva prospettato ad una terza persona un’opportunità lavorativa proprio con Campania Ambiente. E quella stessa persona avanzò immediatamente delle richieste economiche. “Subito volle una cosa di soldi. Disse Luca: aspetta, perché io non è che tengo il bancomat. Poi sta per costruire una squadra […]”.
L’indagine tesa a far sulle relazioni tra Vitale, Savoia e alcuni dirigenti della Campania Ambiente e Servizi è ancora in corso. Punta a verificare se si tratti di semplici rapporti imprenditoriali, imbastiti seguendo le regole, o se quelle frequentazioni siano sfociate in condotte illegali, attivate dal duo casertano per essere favoriti nell’aggiudicazione degli appalti.
Luca Antonio Esposito, in base alle informazioni in nostro possesso, non risulta indagato ed è innocente fino a prova contraria.
Parte del lavoro finora svolto dai militari è confluito nell’attività investigativa che lo scorso 21 dicembre ha portato in cella (adesso è ai domiciliari) Carlo Savoia con l’accusa di aver turbato svariati appalti comunali per l’igiene urbana (il primo livello che abbiamo citato ad inizio articolo). Vitale, invece, anche lui tirato in ballo nella stessa operazione e per lo stesso reato, è sotto inchiesta a piede libero. E ad entrambi la Procura di Napoli contesta pure l’associazione a delinquere insieme ad altre tre persone.
Il capitolo sulla Campania Ambienti e Servizi è tutto ancora da scrivere (o quasi).
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