Il 40% delle acque reflue non depurate

I dati sulle condizioni dei mari e dei laghi di Legambiente attestano che il 17% delle infrazioni si verifica in Campania. Status di “malati cronici” per il Sarno, il Savone e il torrente Asa

di Angelo Baldini

La maladepurazione e gli scarichi illegali sono il principale e perenne nemico del mare e delle acquee interne. L’ultimo report di “Goletta Verde” e “Goletta dei laghi” fotografa gli ingenti livelli di inquinamento delle acque italiane: mari e laghi. Goletta verde e Goletta dei laghi sono due campagne di Legambiente per il monitoraggio dell’inquinamento marittimo e lacustre. Queste non vogliono sostituirsi ai controlli ufficiali delle istituzioni ma fornire un’attività di supporto e di informazione per i cittadini. Nell’ultimo report, emerge che su 389 punti analizzati, 1 ogni 3 presenta delle infrazioni ai limiti previsti dalla legge. L’80% di queste infrazioni è stato registrato fra la Sicilia (23%), la Lombardia (19%), la Campania (17%), la Calabria (11%) e il Lazio (10%).

I malati cronici campani:
il Sarno, il Savone e l’Asa

In particolare, a preoccupare maggiormente è la persistenza dell’inquinamento in alcuni siti, tra cui laghi e foci dei fiumi che presentano situazioni critiche da oltre 10 anni, individuati da Legambiente con il termine di “malati cronici”. La Campania non ne è priva e presenta 3 “malati cronici”. Si tratta della foce del Sarno tra Torre Annunziata e Castellammare di Stabia, della foce del fiume Savone a Mondragone e del torrente Asa a Pontecagnano. Proprio le foci degli affluenti presentano le situazioni più critiche. Le cause sono l’eccessiva presenza di scarichi illegali e l’insufficienza delle reti fognarie. Legambiente stima, sulla base dell’elaborazione dei dati forniti dalla Commissione UE, che il 40% dei reflui non è adeguatamente depurato.

Legambiente: “Con il Pnrr risolviamo il problema della depurazione”

A tal motivo, il presidente dell’associazione chiede a gran voce che venga finalmente posto un argine al problema attraverso i fondi del Pnrr. “Nell’anno del PNRR e delle risorse europee destinate ai Paesi membri dell’Ue per accelerare la transizione ecologica – dichiara il presidente Stefano Ciafani (nella foto) – l’Italia sta trascurando l’annoso tema della mala depurazione, la grande opera incompiuta della Penisola, prevista da una legge del 1976, per la quale il nostro Paese è stato già condannato dall’Ue a pagare ad oggi quasi 80 milioni di euro di multe. Il trattamento delle acque reflue è fondamentale per assicurare la salute dei cittadini, tutelare l’ambiente e il turismo ed è per questo che lanciamo un nuovo appello al Governo affinché vengano realizzati nuovi depuratori”.
Un appello rilanciato anche da Riccardo Piunti, il presidente del consorzio nazionale per la gestione, la raccolta, e il trattamento degli oli minerali usati: “Gli oltre 8000 km di costa e i 1500 laghi sparsi su tutto il territorio nazionale ci ricordano che la salvaguardia delle acque in Italia è una priorità”.

Le altre foci inquinate in Campania

Il Sarno, il Savone e l’Asa sono i “malati cronici” della Campania ma ci sono anche altre foci di affluenti che risultano gravemente inquinate. E’ il caso delle foci dei fiumi Tusciano e Picentino nel salernitano e del Reginna Minor nella costiera amalfitana. In provincia di Napoli molto critica la situazione registrata presso la foce del lagno vesuviano, situato nel comune di Ercolano, quella della spiaggia dove sfocia l’alveo Volla a San Giovanni a Teduccio e il canale Licola a Pozzuoli. Nel casertano, invece, sono preoccupanti i dati registrati in prossimità della foce dei Regi Lagni e del Lago patria a Castel Volturno e dell’affluente Fiumarella che sfocia nel territorio di Mondragone.

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