Il ‘bed rotting’: piacere o sintomo di un problema?

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Lento risveglio
Lento risveglio

Non tutti hanno l’energia di alzarsi appena suona la sveglia. Molti preferiscono un risveglio più lento, un piacere che in inglese ha preso il nome di “bed rotting”, letteralmente “marcire a letto”. Ognuno ha i propri ritmi, talvolta influenzati da fattori fisici come la pressione bassa, che rende più faticoso scattare in piedi.

Non esiste una regola universale per definire questa abitudine come patologica. La differenza sta nelle motivazioni: è una scelta consapevole per godersi qualche minuto di tranquillità o è la conseguenza di problemi come insonnia, depressione o la cattiva abitudine di usare lo smartphone appena svegli?

Una delle cause principali che portano a “marcire a letto” è l’insonnia. Svegliarsi nel cuore della notte e rimanere immobili, sperando di riaddormentarsi, è un errore che consuma energie. In questi casi, gli esperti suggeriscono di reagire. È preferibile alzarsi, fare due passi in casa e solo dopo tornare a letto. Un’altra strategia efficace è accendere una luce soffusa e leggere un libro, un’attività che può aiutare a vincere la veglia forzata.

Un’altra forma negativa di “bed rotting” si manifesta quando si inizia la giornata lavorando o navigando sui social direttamente dal cuscino. Rispondere a email, inviare messaggi o leggere notizie sono attività che trasformano la camera in un ufficio. Questo comportamento è controproducente, perché il cervello deve continuare a identificare il letto come un luogo sacro dedicato esclusivamente al riposo, non al lavoro. Alterare questa associazione può compromettere la qualità del sonno.

Quando il desiderio di restare a letto nasce da depressione o da un profondo malumore, i segnali sono chiari: ci si sente svogliati, privi di forze e senza alcuna voglia di affrontare la giornata. In questo contesto, “marcire a letto” diventa una forma di procrastinazione e il letto si trasforma in una tana sicura. In questi casi, solo una terapia mirata può risolvere il problema alla radice.

Anche altri disturbi, come le apnee notturne o la sindrome delle gambe senza riposo, possono indurre questo comportamento. Causando una frammentazione del riposo, portano a un risveglio in cui non ci si sente affatto rigenerati, rendendo difficile trovare l’energia per alzarsi.

Tuttavia, il “bed rotting” non è solo negativo. Se praticato con consapevolezza, può diventare un rituale benefico per iniziare la giornata con buonumore ed energie positive, godendosi la tranquillità del post-sonno. È una pratica comune durante i fine settimana o i periodi di festa, quando i ritmi sono più rilassati.

L’importante è non esagerare. Anche quando si tratta di un piacere, è bene darsi un limite. Un tempo considerato congruo per godere di un risveglio graduale e sereno è tra i 15 e i 30 minuti. Questo intervallo è sufficiente per iniziare la giornata senza fretta e senza sensi di colpa, assaporando ancora per un po’ il tepore delle coperte.

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