NAPOLI – Camorra e sanità, clan e ospedali. Non è la prima volta che questi termini vengono associati. Parliamo di realtà che, in teoria, dovrebbero essere diametralmente opposte. Ma quando ci sono di mezzo i soldi, si sa, la camorra riesce sempre a infiltrarsi. Lo fa con le amministrazioni comunali, lo fa con qualsiasi tipo di appalto, lo fa con gli ospedali. E così, dalle circa 800 pagine del provvedimento firmato dal gip Carla Sarno, che ieri ha colpito la camorra dei Quartieri Spagnoli, si intravede l’ombra della criminalità organizzata sul Vecchio Pellegrini.
Secondo quanto emerso dalle indagini, si sarebbe verificato un summit presso la famiglia malavitosa dei Saltalamacchia per tentare di strappare alle organizzazioni criminali del Cavone il controllo delle assunzioni nell’ospedale. E’ importante sottolineare che l’ospedale stesso è estraneo a qualsiasi accusa in questa vicenda. Stando a quanto recita l’ordinanza, Antonio Masiello avrebbe chiesto a Edoardo Saltalamacchia di contattare i Vastarella, famiglia legata al rione Sanità, per inserirsi nel mercato delle assunzioni nella ditta di pulizie, che a sua volta sarebbe vicina a un soggetto del Cavone. Saltalamacchia, dava pertanto mandato di individuare il responsabile della ditta per costringerlo a cedere alle loro richieste estorsive, asserendo inoltre, con certezza, che la ditta di pulizie fosse riconducibile a un tale Vincenzo.
“E’ venuto un compagno mio, si è aperto un’impresa di pulizie, tramite un discorso che feci io, con te o con te – dice Antonio Masiello Saltalamacchia – Io e te parlammo, mi dicesti ‘Tonino fammi sapere che poi con Eduardo’. Comunque è venuto questo compagno mio, mi ha detto ‘no io a me, tenevo il bando ma mi hanno tolto di mezzo e ci stanno i ‘Vastarella’, sta uno che appartiene ai Vastarella, l’impresa di pulizie dentro ai Pellegrini tiene 26 persone a lavorare… questa impresa di pulizie… ”.
La sede della ditta si troverebbe in piazza Garibaldi. Eduardo Saltamacchia è confuso, forse anche adirato. “I Vastarella che tengono a che vedere nei Pellegrini?”.
Tuttavia, è sempre Saltalamacchia a insistere, affermando che “tre o quattro posti devono venire anche a noi”. Durante le conversazioni, emerge che in questa situazione un posto di lavoro nella ditta di pulizie viene venduto al prezzo di 15mila euro. Si calcola, quindi, che con quattro posti ottenuti, si potrebbero ottenere 60mila euro: una somma significativa che finirebbe nelle tasche degli interessati. Rivelazioni che sollevano seri interrogativi sul sistema di controllo delle assunzioni all’interno dell’ospedale Pellegrini e sulla potenziale infiltrazione delle organizzazioni criminali nel settore.
“Lo Stato impegnato contro i clan che gestiscono gli affari illeciti a Napoli”
NAPOLI (dc) – “L’operazione della polizia di Stato e dell’Arma dei carabinieri nei Quartieri Spagnoli a Napoli, coordinata dalla locale Procura distrettuale antimafia, testimonia ancora una volta l’impegno dello Stato contro le organizzazioni criminali che gestiscono i traffici illeciti nel capoluogo partenopeo, infiltrandone la vita economica e sociale”. L’eco del blitz di ieri è arrivata fino a Roma. Qualche ora dopo la maxi retata il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha voluto dire la sua sull’operazione: “E’ il risultato di complesse e lunghe indagini dei nostri investigatori che con professionalità e consolidate capacità sono riusciti ad individuare alcuni pericolosi sodalizi criminali, armati, strutturati e collegati a potenti clan di quei territori”, ha aggiunto il titolare del Viminale sottolineando quanto “sia fondamentale contrastare il mercato della droga e i traffici ad esso collegati, che alimentano ingenti flussi illeciti di denaro riutilizzati per lo svolgimento delle attività criminali”. “Desidero ringraziare ancora una volta la magistratura, le donne e gli uomini in divisa per la determinazione e l’impegno incessante con cui lavorano per garantire la sicurezza e la legalità sui nostri territori”, ha concluso il titolare del Viminale. Sul blitz è intervenuto anche il sindaco Gaetano Manfredi: “L’intervento di questa mattina ai Quartieri Spagnoli e’ fondamentale. Quella e’ un’area della città in grande crescita e dobbiamo essere sicuri che sia completamente bonificata da qualsiasi attività malavitosa. Sicuramente il controllo delle forze dell’ordine, il lavoro che si sta facendo in città, la grande sinergia istituzionale in atto – ha aggiunto Manfredi – vuole garantire la sicurezza ai cittadini e ai turisti ed evitare che le attività criminali possono amplificarsi”.
Gli affari delle piazze di spaccio rallentati dagli spari alla Pastrengo
NAPOLI (dc) – Ugo Russo fu ucciso mentre subito dopo aver tentato di rapinare un uomo a Santa Lucia. Era la notte del primo marzo del 2020. Ad aprire il fuoco contro il baby rapinatore fu un carabiniere non in servizio a Napoli, ma che per il congedo aveva fatto ritorno nella sua città. Fu una notte durissima per il Quartieri Spagnoli. Non appena si diffuse la notizia della morte di Ugo, la caserma Pastrengo, sede del comando provinciale dei carabinieri, fu oggetto di una ‘stesa’. Per quella vicenda furono poi arrestati due giovanissimi del quartiere. Quella ritorsione, però, non piacque ai vertici della camorra, nonostante a finire nel mirino fossero state le ‘guardie’, i nemici principali degli ambienti malavitosi. Tant’è che gli spari furono intesi come un ostacolo agli affari delle piazze di spaccio nei Quartieri Spagnoli. E l’unica legge che conta, per la camorra, è quella dei soldi. In una conversazione intercettata, uno dei capi dei gruppi criminali locali avrebbe chiesto ai genitori dei due autori dell’attacco di farli costituire. Questo suggerisce che l’arresto dei responsabili dell’attacco avrebbe potuto danneggiare gli interessi delle organizzazioni criminali attive nella zona. La preoccupazione di Eduardo Saltalamacchia, infatti, era quella di risolvere la questione e ritornare allo status quo per poter continuare a svolgere gli affari illeciti, tenuto conto che gli organi di polizia avevano intensificato i controlli nei loro confronti. E’ quanto si apprende dall’ordinanza.
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