Il caffè e l’ambiente: stop alle cialde, sì alla moka

La signora Maria con la sua moka
La signora Maria con la sua moka

Caffè e difesa dell’ambiente. Come dalle colonne di ‘Cronache’ amiamo dire, la difesa dell’ambiente non è solo un problema dei politici e di chi siede ai vertici dell’economia globale. La tutela del nostro Pianeta parte innanzitutto dal piccolo contributo che ciascuno di noi può dare. Quotidiano, regolare, abituale: come una minuscola goccia che cade piano piano, anche noi possiamo apportare un cambiamento concreto. Come?

Il rituale napoletano che rispetta la natura

Guardando alle azioni che compiamo ogni giorno e impegnandoci a modificare gli atteggiamenti dannosi che, nostro malgrado, perpetuiamo nei confronti di Madre Natura. Tra le azioni che compiamo più di una volta al giorno, e noi campani ne sappiamo qualcosa, c’è quella della preparazione del caffè. Rituale quasi religioso del popolo di Napoli in primis e che appartiene per tradizione all’intera Terra Felix, il caffè è un piacere a cui in pochi sanno rinunciare. Ed è anche in questa piccola coccola quotidiana che si nasconde una minaccia per l’ambiente.

Cinquecento anni per smaltire le capsule

Ci sono due modi per preparare il caffè: utilizzando la moka, ovvero l’intramontabile caffettiera, oppure ricorrendo alla più comoda macchinetta. Ed è proprio questa seconda modalità quella meno ‘green’. Il motivo risiede nel fatto che le cialde utilizzate per preparare il nostro rapidissimo espresso sono un prodotto estremamente inquinante.
Realizzate in plastica e in alluminio, in pochi sanno che queste piccole capsule possono richiedere fino a 500 anni per essere smaltite. Un’eternità.

Pochi minuti valgono mezzo millennio

Certo, la comodità regalata dal sistema delle cialde non è paragonabile a quella della modalità ‘classica’. Basta inserire la piccola quantità di caffè confezionata, premere un pulsante, aspettare qualche istante e avere un caffè fumante già pronto in un bicchierino (anche quello di plastica!). All’istante, il tempo risparmiato è tanto, ma il punto è proprio questo. Per quei minuti guadagnati per un singolo caffè, ci vorranno cinque secoli, vale a dire mezzo millennio, per smaltire i rifiuti prodotti.

Differenziare le cialde, che fatica

Le notizie non sono positive nemmeno sul fronte del riciclo: lo smaltimento delle capsule non avviene con facilità poiché la loro particolare composizione rende complesso il processo nei normali impianti di riciclaggio. La capsula, poi, è composta in maniera tale da scoraggiare il consumatore nel processo della raccolta differenziata. Dopo l’uso la cialda andrebbe infatti prima pulita, il caffè rimasto dovrebbe essere gettato nell’organico, mentre l’alluminio di cui è composto andrebbe nel suo apposito contenitore. Un iter lunghissimo che stanca il consumatore, il quale tende quindi a gettare direttamente l’intero prodotto nell’indifferenziato.

Dalle macchinette automatiche 120mila tonnellate di rifiuti l’anno

L’impatto ambientale causato dal massiccio utilizzo delle cialde del caffè della macchinette è già notevole: secondo un recente studio, le sole capsule generano circa 120 mila tonnellate di rifiuti l’anno. Di queste, 70mila solo in Europa. In tutto il mondo se ne consumano ogni giorno milioni. Singole città, come il comune tedesco di Amburgo, se ne sono già accorte, bandendo l’utilizzo delle cialde da tutti gli uffici. La cosa migliore da fare è dunque quella di sbarazzarci delle cialde e di tornare al vecchio, e, è proprio il caso di dirlo, ‘sempreverde’ metodo tradizionale: la moka.

Maria e la caffettiera: “Non ci rinuncio”

Grande estimatrice del caffè e donna legata a doppio filo alle tradizioni popolari, Maria si schiera contro quelli che chiama “vizi della modernità” e invita a usare solo ed esclusivamente “‘a machinetta d’o cafè: è comoda, non inquina, e va buttata solo quando si fa vecchia. In più, non occupa spazio inutile, e se mi va la lascio sul fornello proprio come se fosse un oggetto d’arredamento. E poi, diciamolo: il caffè nella moka è un’altra cosa, la qualità è superiore. Insomma, io alla mia moka, non rinuncerò mai”, afferma orgogliosa.

Le capsule “green”

E’ vero che alcune aziende produttrici di cialde di caffè, sollecitate dall’impatto provocato sull’ambiente, hanno ideato delle capsule ‘green’. Vale a dire prodotte con materiali compostabili: una volta utilizzate potranno tornare utili all’ambiente, trasformandosi, per esempio, in fertilizzante per terreni. Una soluzione che però non convince Maria: “Perché invece di inventarsene di tutti i colori non tornare direttamente a fare il caffè con la macchinetta? Posso capire l’uso che se ne fa negli uffici, ma chi a casa propria utilizza le cialde anziché preparare un buon caffè con la moka io dico: bocciato!”.

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