ROMA – Il ministro dell’Interno Matteo Salvini sta seguendo personalmente il caso che coinvolge la parlamentare grillina Giulia Sarti. E’ quanto si apprende da fonti del Viminale. Al momento, le verifiche della Polizia Postale non hanno rilevato la presenza in rete di nuove foto e video. Le immagini si stanno diffondendo attraverso le applicazioni di messaggeria. Salvini ribadisce la massima attenzione contro questi fenomeni: “È una vicenda disgustosa e molto grave”. Secondo il ministro “è nostro dovere proteggere la libertà e la privacy di Giulia Sarti e delle altre persone, spesso giovani, che subiscono e/o hanno subito lo stesso vergognoso trattamento”.
Il caso Sarti: tornate in Rete le foto del 2013
Nelle ultime ore sono tornate a circolare le foto private, senza veli, hackerate dalla sua posta elettronica nel 2013, appena arrivata in Parlamento con la pattuglia Cinquestelle. Quello fu un incubo per la giovanissima deputata romagnola, che finì in un tritacarne mediatico di infimo spessore, giudicata silenziosamente dai capannelli della politica più ‘moralista’. Il motivo: scatti intimi con il suo compagno dell’epoca, tra l’altro realizzati molto prima di candidarsi per entrare in un’aula istituzionale a rappresentare gli italiani. Ora il suo incubo si sta rimaterializzando, perché su Whatsapp e Telegram, quelle immagini sono tornate a fare il giro del circo politico. E mediatico.
La parlamentare aspetta il giudizio dei probiviri per i rimborsi
E la Sarti è in attesa del giudizio del collegio dei probiviri Cinquestelle sulla sua eventuale espulsione per la questione ‘Rimborsopoli’. Il programma ‘Le Iene’ scoprì, prima delle elezioni politiche 2018, che nella scorsa legislatura la deputata romagnola non aveva versato al fondo per il microcredito tutto ciò che aveva dichiarato. Sarti si giustificò dicendo che era colpa del suo ex collaboratore e compagno, Bogdan Tibusche, tanto che presentò denuncia alla procura di Rimini. Un anno dopo, però, la magistratura ha deciso l’archiviazione del caso. Non ci sarebbero state appropriazione indebita, né truffa ai danni della portavoce pentastellata. Nel frattempo, ‘perdonata’ dai vertici, è stata rieletta alla Camera, diventando addirittura presidente della commissione Giustizia. Incarico da cui si è dimessa una volta che la vicenda è riscoppiata sui media.