CASERTA (Renato Casella) – Gli allevatori tornano in piazza per celebrare il funerale delle aziende bufaline, uccise dai piani della Regione per l’eradicazione della brucellosi e dall’utilizzo “salernocentrico” dei fondi. Come spiega, a margine della conferenza stampa tenuta ieri mattina, Giuseppe Pagano della Nuova cucina organizzata, il corteo si svolgerà a partire dalle 20 ad Aversa partendo dallo storico arco dell’Annunziata, simbolo della città. Da qui i manifestanti si sposteranno in piazza Fontana, davanti al Municipio, per un’assemblea. “Sarà una marcia silenziosa e pacifica con una corona in ricordo di 300 aziende morte e di oltre 4000 posti di lavoro persi, così come di un fatturato di 600 milioni di euro in 5 anni che la provincia di Caserta non avrà più. E altre 33 aziende sono destinate alla morte. Si sta distruggendo quel poco di economia che ancora regge”. Si torna a parlare della “corsia preferenziale” adoperata per il Salernitano, feudo elettorale del governatore De Luca: “I fondi vengono trasferiti per il 41% a Salerno e solo per il 4% a Caserta. Gli allevatori hanno fatto sacrifici, ci hanno messo il loro sangue e i propri soldi, ma lo Stato ha finanziato le aziende di Salerno: chi gestisce la Regione lo fa come se fosse il sindaco di Salerno, mentre vorremmo che facesse il presidente della Regione. Siamo stufi di essere trattati come figli di un dio minore”.
Pagano attacca anche la linea tenuta dal responsabile dell’Istituto zooprofilattico Antonio Limone. “Fra istituzioni e lavoratori c’è una distanza enorme perché sulle bugie non si possono costruire responsabilità né condividere un piano. Hanno limitato la vaccinazione perché non vogliono che funzioni, hanno limitato l’autocontrollo perché non vogliono che gli allevatori possano gestire le problematiche. Limone ha detto che non vuole mandare la mozzarella per il mondo con la brucella, ma con il processo di lavorazione la brucella nel prodotto non c’è”. Si crea così “una situazione di disinformazione nelle istituzioni e distanze fra gli allevatori¨, in quanto “non si può costruire la fiducia sulle bugie”. In piazza don Diana ci saranno 300 lumini che “racconteranno la storia delle 300 aziende morte, con altri 33 lumini accesi nel nome degli allevamenti che non vedremo più perché condannati a morire”. Il tutto con percentuali di contagio diagnosticato post mortem pari appena all’1,2%. Questa percentuale non può essere la motivazione di 140mila abbattimenti e della “strage di bufale” in atto. Insomma, “si uccide per avere la carne, non perché gli animali siano malati”. Dalla piazza ci sarà poi collegamento in diretta con alcuni esponenti del mondo dell’agricoltura biologica. “Tutti stanno lavorando perché l”Italia possa vendere i prodotti ma non produrli. Chi ha ideato il sistema della tracciabilità ha fatto in modo che si potesse facilmente violare: dovrebbe essere trasparente e pubblico. Si parla delle vacche della Baviera, che pascolano libere, e poi si chiudono le bufale in un bunker”.
Pagano ricorda ancora che “più della metà della mozzarella prodotta in Terra di Lavoro viene consumata dai casertani stessi, perché la bontà viene riconosciuta anzitutto dai propri cittadini. E’ un patrimonio che non possiamo perdere, sia a livello economico che culturale e sociale”.
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