Microplastiche, come liberare il mare

© LAPRESSE - Andrew Selsky
© LAPRESSE - Andrew Selsky

NAPOLI – Mare invaso dalla plastica. Liberare la natura deve essere una sfida da cogliere collettivamente se vogliamo salvare la nostra salute e quella del pianeta. I dati sono sempre più allarmanti, soprattutto per le microplastiche alle quali siamo fortemente esposti: si stima che con l’esposizione cumulativa dall’aria, acqua, sale e frutti di mare, adulti e bambini potrebbero ingerire da dozzine a oltre 100mila microplastiche ogni giorno. Il Wwf è in primo piano per salvaguardare gli ecosistemi e rilancia il i progetto Plastic Smart Cities, che mira a fare delle città centri di soluzione per implementare le migliori pratiche volte a prevenire, ridurre e gestire la plastica sempre più come risorsa e non come rifiuto. 

MEDITERRANEO

Il Mediterraneo è una delle aree più colpite dall’inquinamento da plastica. Secondo una recente analisi nel nostro mare ogni anno finiscono 229mila tonnellate di plastiche, l’equivalente del contenuto di 500 container scaricati in acqua ogni giorno e ha anche un triste primato: nelle sue acque si trova la più alta concentrazione di microplastiche mai misurata nelle profondità di un ambiente marino, ovvero 1,9 milioni di frammenti per metro quadrato. Più della metà di questa plastica proviene da soli 3 Paesi: il 32% dall’Egitto, il 15% dall’Italia e 10% alla Turchia. Molte città affacciano sulle coste del Mediterraneo, dunque hanno un ruolo chiave nella prevenzione della dispersione della plastica nel mare. Tra le prime 10 città più inquinanti del Mediterraneo: ben 5 sono italiane: Roma, che detiene il primato assoluto, e Milano, Torino, Palermo e Genova.

IL PROGETTO

In Italia, Wwf lavora con Venezia, prima città italiana a far parte dei Plastic Smart Cities: il progetto ha portato alla definizione di un piano d’azione, in via di approvazione, sviluppato dal Comune di Venezia con le partecipate Gruppo Veritas (la principale multiutility del Veneto) e Gruppo AVM (Azienda Veneziana della Mobilità) ed il supporto del Wwf, che include attività mirate a contrastare la dispersione di plastica in natura. Plastic Smart Cities implementa le migliori pratiche che supportano la transizione verso un’economia circolare, dove imballaggi e rifiuti non lasciano alcun impatto sul nostro pianeta, dove i materiali vengono riciclati e riutilizzati al massimo delle loro potenzialità, e dove le risorse sono gestite responsabilmente e gli impatti negativi vengono attivamente evitati. Il  Comune di Venezia è entrato a far parte delle città virtuose del Mediterraneo con  Dubrovnik e Trogir (Croazia), Smirne e Çeşme (Turchia), Tangeri (Marocco). Domani a Forte Marghera (Mestre)  il Comune di Venezia presenterà le attività compiute finora e gli impegni presi nella lotta contro l’inquinamento da plastica.

ECO-CONSIGLI

La distribuzione e l’abbondanza di macro e microplastiche nel mondo può essere contenuta con piccole azioni quotidiane. Il Wwf ha stilato un elenco di eco-consigli per evitare le microplastiche nella vita di tutti i giorni. I contenitori per alimenti in plastica con alte temperature possono rilasciare microplastiche e le sostanze chimiche di cui sono fatte, non mettiamoli in forno. Meglio bere l’acqua del rubinetto evitando di comprare l’acqua in bottiglie di plastica. Evitiamo i bicchieri monouso da asporto, soprattutto per le bevande calde. Conserviamo il cibo prioritariamente in contenitori di vetro perché è sicuro in quanto non rilascia contaminanti. Una singola bustina di tè in plastica alla temperatura di infusione può rilasciare circa 11,6 miliardi di microplastiche nella tua tazza: meglio quindi, comprare del tè sfuso. Limitiamo il consumo di crostacei e molluschi: possiamo ingerire circa 53mila microplastiche all’anno dai “frutti di mare”. Meglio una caramella, una stecca di liquirizia, una foglia di menta o un pezzetto di zenzero per rinfrescare l’alito e dare sollievo alla gola, le gomme da masticare sono il secondo rifiuto più comune al mondo, e sono fatte degli stessi polimeri di plastica di che si trovano negli pneumatici delle auto. Per pulire scegliamo spugne e pezzette fatte in materiali naturali: quelle in poliestere e nylon rilasciano microplastiche ad ogni lavaggio, finendo nello scarico e poi nel mare.

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