di Dario Borriello
ROMA (AWE/LaPresse) – L’iter del decreto Dignità in Parlamento è ufficialmente iniziato. Serrato il ritmo in commissione Finanze, che vuole rispettare i tempi stabiliti dal calendario della Camera. Anche se dalle previsioni iniziali difficilmente potrà essere pronto per lunedì 24 luglio, giorno in cui dovrebbe passare al vaglio dell’aula. Sempre se l’istanza di rinvio firmata da Fratelli d’Italia, Forza Italia e Leu non venga accolta dal presidente Roberto Fico. Nell’attesa, i lavori partono subito con le audizioni, prima tra tutte quella del rappresentante dell’Inps, con la forte possibilità che a presentarsi a Montecitorio sia addirittura il presidente, Tito Boeri, ‘l’uomo del momento’. Finito contemporaneamente nel mirino dei due vicepremier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Proprio il capo politico M5S ha sollevato il sospetto che nell’istituto qualche ‘manina’ possa aver cambiato le previsioni sulle perdite dei posti di lavoro. Passate da 8mila a 80mila nella relazione tecnica allegata al decreto.
Il termine per la presentazione degli emendamenti, invece, è stato fissato per giovedì prossimo alle ore 20. Mentre le votazioni partiranno dal giorno successivo e proseguiranno per tutto il fine settimana: dunque niente mare, sole e ombrellone per i deputati commissari. “Ci siamo fatti carico delle richieste delle minoranze”, spiega il presidente della commissione Finanze, Carla Ruocco. Anticipando “attenzione al tema della semplificazione fiscale, anche con nostre proposte per corroborare la posizione del governo sul tema”.
C’è grande curiosità per conoscere quali sono le possibili modifiche al decreto Dignità
Innanzitutto quelle della maggioranza giallo-verde. Al momento non è escluso che possa arrivare un maxiemendamento del governo per inglobare tutte le novità, una delle quali la anticipa direttamente Di Maio. “Vogliamo intervenire sia sugli incentivi per le assunzioni a tempo indeterminato sia, a fine anno, sul costo del lavoro. Quindi – aggiunge il responsabile del Mise – c’è tutta l’intenzione di aiutare le imprese a stabilizzare i dipendenti e pagare di meno i contratti”.
Il vicepremier e leader pentastellato potrebbe essere nell’elenco delle audizioni: nelle proposte presentate dalla minoranza alla presidente il suo nome figura. Tanto che qualcuno, ironicamente, ha anche avanzato l’ipotesi di una ‘congiunta’ con Boeri, per vedere qualche straccio volare. Ovviamente l’ipotesi non esiste nella realtà, il confronto dovrà continuare a distanza. E si prevedono nuove scintille.