Di Silvia Caprioglio
MILANO (AWE/LaPresse) – Il cerchio si stringe intorno al futuro dell’Ilva. Di fronte all’annuncio-avvertimento di Di Maio su una possibile decisione del governo nei giorni di Ferragosto, da parte di ArcelorMittal “c’è la volontà di trovare una soluzione per la questione occupazionale. Purché compatibile con la sostenibilità economica“. E che gli incontri al Mise a livello tecnico e legale vadano avanti. Quello degli esuberi è uno dei nodi più ostici dato che, nell’incontro di lunedì scorso tra il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, i sindacati e i rappresentanti dell’azienda, quest’ultima ha confermato un piano con circa 10mila occupati sui quasi 14mila attuali. Ballerebbero quindi quasi 4mila posti.
Senza una nuova proposta sull’occupazione Di Maio non richiamerà i sindacati, e il 15 settembre scade l’amministrazione straordinaria dei commissari
Senza contare che per allora, e non manca molto, le casse dell’Ilva saranno vuote. A complicare la situazione il parere chiesto per autotutela all’Avvocatura dello Stato sulla regolarità della procedura di gara. Di Maio ha più volte accusato il suo predecessore Carlo Calenda di aver fatto “un pasticcio” e ha anche interpellato l’Anac. L’Autorità anticorruzione guidata da Cantone ha rilevato “criticità“, lasciando però al dicastero la scelta su come procedere. L’avvocatura deve pronunciarsi entro il 24 agosto, dopo di ciò l’esecutivo dovrà decidere la via da seguire. Tenendo conto dei rischi di una possibile causa da parte di ArcelorMittal in caso di annullamento della gara.
Il premier Conte ha parlato di “irregolarità accertate“, e Di Maio rivendica di voler solo accertare “la serietà del soggetto” e del suo piano occupazionale e ambientale. “Se la legge dice che devo ritirare la gara affronteremo anche questa situazione“, rimarca il ministro pentastellato, assicurando che per l’Ilva esiste comunque un piano B.