Il giorno della libertà. Gli ostaggi israeliani e palestinesi a casa dopo due anni

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Un ostaggio israeliano liberato (foto LaPresse)

TEL AVIV – “E’ l’alba storica di un nuovo Medioriente. L’inizio di una grande concordia e di un’armonia duratura per Israele e per tutte le nazioni di quella che presto diventerà una regione davvero magnifica. Ne sono fermamente convinto”. Donald Trump ha sintetizzato così, nel discorso tenuto alla Knesset, il momento che potrebbe segnare la storia di Israele e Gaza nei prossimi anni. L’intervento è arrivato dopo la fine dell’incubo per gli ostaggi israeliani ancora detenuti da Hamas, rilasciati nelle prime ore della giornata dall’organizzazione palestinese. Il presidente Usa, atterrato a Tel Aviv ieri mattina, ha parlato per oltre un’ora alla seduta plenaria del parlamento, prima di trasferirsi a Sharm el Sheikh per partecipare al vertice con oltre 20 leader mondiali sul futuro di Gaza e la firma dell’accordo di pace.

“La guerra è finita. Hamas rispetterà l’accordo”, ha dichiarato Trump all’arrivo. “Questa non è solo la fine di una guerra, è la fine dell’era del terrore e della morte e l’inizio dell’era della fede, della speranza e di Dio”, ha aggiunto nel suo intervento alla Knesset. “Ora è il momento di
trasformare queste vittorie contro i terroristi sul campo di battaglia nel premio finale della pace e della prosperità per l’intero Medioriente”. Quanto ai palestinesi, “devono abbandonare per sempre la via del terrore e della violenza”.

La lunga giornata è iniziata con lo scambio previsto dall’accordo per il cessate il fuoco. Dopo 738 giorni Hamas ha rilasciato i 20 ostaggi ancora in vita: i primi sette intorno alle 8 ora locale, le 7 in Italia, e i restanti tredici due ore dopo. Tutti sono stati trasferiti in ospedali nel centro di Israele, per incontrare i familiari e iniziare quello che sarà presumibilmente un lungo percorso di riabilitazione. Nei programmi iniziali della Casa Bianca, Trump avrebbe dovuto incontrare alcuni ostaggi, ma per limiti di tempo il piano è stato modificato: dopo aver parlato alla Knesset, il presidente è decollato verso Sharm. Durante la giornata Hamas ha consegnato alla Croce Rossa i corpi di quattro dei 28 ostaggi deceduti. Il Forum delle famiglie degli ostaggi, che ha dichiarato di aver appreso solo oggi che i corpi sarebbero stati quattro, ha definito la situazione “una palese violazione dell’accordo da parte di Hamas”.

Nell’ambito dell’accordo, Israele ha rilasciato dalle sue carceri oltre 1.966 prigionieri palestinesi: 250 condannati per terrorismo e gli altri arrestati dopo l’attacco del 7 ottobre. Si è conclusa con un lungo applauso la cerimonia della firma degli accordi per il cessate il fuoco a
Gaza e per l’attuazione del piano di pace. A firmare, i leader dei quattro Paesi negoziatori: il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il
presidente dell’Egitto Abdel Fattah al-Sisi, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, l’emiro del Qatar Tamim bin Hamad Al Thani.

Davanti al tavolo della firma, la scritta ‘Peace 2025’. Dietro ai quattro capi di Stato, gli oltre trenta leader presenti al vertice. “Ora inizia la
ricostruzione” di Gaza e “sarà forse la parte più facile”. Lo ha detto Trump nel suo discorso davanti ai leader raccolti a Sharm el Sheikh. Un
giornalista ha chiesto al presidente quale fosse il suo messaggio ad Hamas in seguito alle notizie secondo cui il gruppo si sarebbe riarmato come forza di polizia palestinese durante l’accordo di cessate il fuoco. “Abbiamo dato loro l’approvazione per un periodo di tempo”, la risposta del presidente Usa, secondo quanto riporta Abc News. “Vogliono porre fine ai problemi, e lo hanno detto apertamente”.

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