di Donatella Di Nitto
ROMA (LaPresse) – Il giorno dopo l’annuncio del premier Conte di voler revocare la concessione ad Autostrade per l’Italia, il governo raddrizza il tiro. È il vicepremier Matteo Salvini a frenare il patos degli annunci ferragostani. “Fossi in loro farei un bagno di umiltà in attesa delle sentenze – dice uscendo dall’ospedale di Genova -. Poi parliamo di concessioni e di penali“. Salvini quantifica lo ‘sforzo’ che Autostrade per l’italia dovrebbe fare in termini di soldi ed è di “500 milioni“.
“Faccio un appello – aggiunge – bisogna dare un messaggio immediato, concreto e tangibile alle famiglie: mettano mano al cuore e al portafoglio, poi parleremo di concessioni“. E non è tutto. Il titolare dell’Interno si aspetta inoltre che la società “sospenda il pagamento dei pedaggi. Fossi stato il dirigente l’avrei deciso già un minuto dopo la tragedia. Poi sarò disponibile a sentirli. In questo momento le ambulanze pagano il pedaggio delle autostrade, ma di cosa stiamo parlando? Dove hanno il cuore e il cervello certe persone?”. La richiesta viene accolta senza battere ciglio. I mezzi di soccorso, con effetto immediato, annuncia Autostrade per l’Italia, non pagheranno per transitare sulla rete da loro gestita. Anche il M5S, con un post sul blog delle Stelle, corregge la linea dura dell’esecutivo: “Bene ha fatto il ministro delle Infrastrutture a evocare, qualora ce ne siano le condizioni, anche il ricorso alla revoca della concessione” recita, infatti, il post. Quel “qualora ce ne siano le condizioni” è ben diverso dalla revoca a prescindere.
Tra governo e società concessionaria però è gelo
Luigi Di Maio è convinto che “ci siano tutte le motivazioni per non pagare penali. Di fronte a 40 morti non ci sono clausole che tengano“. Si parla infatti 20 miliardi nel caso in cui il governo annulli prima della scadenza il ‘contratto’ per gestione delle autostrade, cioè il 2042. Aspettare la pronuncia dei giudici, qualora evidenziassero una responsabilità nel crollo del Morandi da attribuire ad Autostrade, permetterebbe invece di recidere la concessione senza penali e sul momento.
Intanto la società Atlantia S.p.A. con una nota al vetriolo osserva che la revoca della concessione è stata effettuata “in carenza di qualsiasi previa contestazione specifica alla concessionaria. Ed in assenza di accertamenti circa le effettive cause dell’accaduto“. Puntualizzando quindi che l’impugnazione della stessa potrebbe portare a un ulteriore inasprimento del contenzioso. La holding controllata dalla famiglia Benetton si dice però “certa della determinata volontà di collaborazione con le istituzioni e le autorità preposte da parte della società operativa Autostrade per l’Italia e della sua capogruppo Atlantia che, negli ultimi 10 anni, hanno investito oltre 10 miliardi di euro nell’ampliamento e ammodernamento della rete autostradale italiana“.
L’assist arriva anche dalla Commissione Ue
“Pensiamo sia giunto il momento di chiarire un po’ di cose“, ha detto il portavoce della Commissione, Christian Spahr. Aggiungendo che per le strade della Trans-European transport network (Tent) di cui la A10 fa parte “nel caso in cui la strada sia gestita da un operatore privato, è il concessionario ad essere responsabile della sicurezza e della manutenzione della strada“. Il nodo però resta l’accertamento delle responsabilità per via giudiziaria, che il governo a questo punto non sembra più intenzionato a scavalcare.