ROMA – Il Green Pass ha un problema: il certificato, infatti, si presenta con un errore che non lo rende valido nel Vecchio Continente. L’errore consiste nell’’interoperabilità tra la banca dati del Ministero della Salute e quelle delle Regioni e dell’Istituto Superiore di Sanità, “ma entro l’inizio di luglio – assicurano al mezzo milione di italiani che lo hanno ricevuto – arriverà quello corretto” e “gli interessati saranno avvisati con le stesse modalità utilizzate per il primo Green Pass”. Dunque da questa data la Certificazione verde COVID-19 sarà valida come EU digital COVID dando così la possibilità di spostamenti da e per tutti i Paesi della Ue e dell’area Schengen.
Cos’è il green pass
Si tratta di un certificato che attesta:
aver effettuato la prima dose o il vaccino monodose da 15 giorni;
aver completato il ciclo vaccinale;
essere risultati negativi a un tampone molecolare o rapido nelle 48 ore precedenti;
essere guariti da COVID-19 nei sei mesi precedenti.
Inoltre per quelle persone che hanno contratto il virus nel lasso di tempo che intercorre dai tre ai sei mesi prima della vaccinazione, riceveranno una sola dose e aventi diritto ricevere il Green Pass. Per il problema creatosi al database con l’anagrafe dei vaccinati che non ha comunicato correttamente con quello delle persone guarite dal Covid nella disponibilità delle Regioni e dell’ISS e tali persone sono attualmente equiparati a chi ha avuto una sola dose del vaccino. Potranno comunque “partecipare a eventi pubblici, accedere a residenze sanitarie assistenziali o altre strutture, spostarsi in entrata e in uscita da territori in zona rossa o zona arancione”.