ROMA – Ogni sconfitta inanellata è come un colpo d’accetta al solidità conquistata dal M5S lo scorso 4 marzo. Così, anche la Basilicata porta in dote a Luigi Di Maio un carico di nuovi problemi di gestione del gruppo, anche se la narrazione scelta dal capo politico ha una chiave tutta positiva: “Il Movimento 5 Stelle è la prima forza politica”. Colpa dei media che “parlano di ‘voti dimezzati in un anno’ e di ‘crollo’, ma la verità è che abbiamo battuto tutte le liste, anche quelle con gli impresentabili dentro, anche quelle con i portavoti di Pittella”. Ne è convintissimo il vicepremier, che addirittura rispolvera le “ammucchiate” per descrivere il successo del centrodestra, stavolta non risparmiando stilettate all’alleato: “Abbiamo battuto anche la Lega, ma quando si correrà ad armi pari, lista contro lista, faremo un ragionamento di respiro nazionale”.
Il riferimento, nemmeno troppo velato, è alle elezioni europee del prossimo 26 maggio. In quel caso, costretti da un sistema proporzionale purissimo, sarà ‘tutti contro tutti’. L’all-in del leader pentastellato, in poche parole. Fino alla prossima tappa, però, il ministro del Lavoro dovrà tenere a bada i bollenti spiriti di una pattuglia lacerata al proprio interno dall’anno di coabitazione con il Carroccio e segnata profondamente da quelli che buona parte dei parlamentari (e non solo) vede come rospi costretti a ingoiare per la sopravvivenza del governo. I nomi sono noti, ma adesso anche chi ha sempre sostenuto la linea della maggioranza inizia ad avere qualche mal di pancia.
È il caso di Gianluigi Paragone, che dice chiaro e tondo: “Per vincere, il M5S deve essere ‘cazzuto’: dal tema delle banche all’ambiente, dobbiamo prendere delle decisioni importanti”. Per il senatore pentastellato – che Di Maio vuole fortissimamente a capo della commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario, tanto che da Matera ha definito “inaccettabili” i veti sulla sua designazione -, però, “il Movimento non può fare a meno di Alessandro Di Battista”. L’ex giornalista vuole il ‘pasionario’ Cinquestelle di nuovo in campo, invitandolo così a interrompere il silenzio autoimposto, anche se – suggeriscono i bene informati – sarà difficile rivederlo in prima linea a stretto giro di posta.
Anche il ministro della Salute, Giulia Grillo, una delle ‘veterane’ del gruppo M5S, prima come attivista e poi come parlamentare dal 2013, non riesce a vedere il bicchiere mezzo pieno. Pur senza fare drammi: “In Basilicata è andata discretamente, diciamo. Io non sono di quelli che esulta per un primo posto senza vincere”. Certo, ammette che “poteva andare meglio”, ma “sicuramente abbiamo lavorato bene”. L’ex capogruppo alla Camera ricorda di aver “sempre sostenuto che alle regionali bisogna andare per forza con le liste aggiuntive, perché purtroppo senza non ce la fai”, eppure non vuole forzare i tempi: “Questa è una trasformazione che deve subire il Movimento, perché è risaputo che non facciamo alleanze”. La strada, stando alle parole di Di Maio è aperta, ora bisognerà capire se funzionerà.