NAPOLI (Francesco Foco) – Non sono certo guerra e crisi energetica ad aver messo nel congelatore la partita di Vincenzo De Luca per il terzo mandato da governatore della Campania. Ci sono ragioni politiche ben più ‘basse’ e contingenti e riguardano lo tzunami che sta attraversando la corrente nazionale di Piero De Luca, Base Riformista. A quanto pare, sarebbe stato il ministro della Difesa Lorenzo Guerini a chiedere a Sceriffo e prole di abbassare i toni sull’argomento, di mettere tutto in stand-by.
Per capirne i motivi bisogna fare un salto all’indietro. Quando Enrico Letta ha sostituito il dimissionario Dario Franceschini, per i due coordinatori di Base Riformista, Luca Lotti e appunto Guerini, è stata una doccia fredda. Base Riformista, è bene ricordarlo, è una componente di parlamentari, ministri e consiglieri regionali di fedelissimi di Matteo Renzi, una sorta di frangia renziana rimasta dentro il Pd pronta ad ogni evenienza a mettere il bastone tra le ruote al segretario di turno. Con Letta hanno trovato un avversario ben più deciso della ‘saponetta’ Zingaretti, basti pensare alla sostituzione di Andrea Marcucci da capogruppo in Senato. Il segretario nazionale non ha digerito i continui attacchi tesi a spezzare l’alleanza con il M5S e, per ultimo, gli sgambetti durante le trattative per il Quirinale. Dato che tra un anno si vota e le liste in Parlamento le compilerà Letta, Base Riformista si è letteralmente spaccata in due. Da un lato l’area Lotti-Marcucci, invisa al Nazareno. Dall’altra quella di Guerini, in ottimi rapporti con i vertici nazionali del Pd, su tutti con Dario Franceschini. Il ministro della Difesa ha messo in piedi un fitto dialogo con Letta, gli ha garantito non solo lealtà, ma cerca di annacquare il dissenso interno ai dem. Sui territori queste vicende nazionali hanno conseguenze precise. In Campania fanno parte di Base Riformista il deputato Lello Topo, riferimento di Guerini, il capogruppo in Regione Mario Casillo, riferimento di Lotti, e appunto Piero De Luca. Se Topo è in una botte di ferro, diverso il discorso per Casillo, finito nel lato sbagliato degli ex renziani. Per questo motivo mister 42mila preferenze è l’esponente che maggiormente si è esposto per la nomina di Stefano Graziano alla guida del Pd Campania, cerca di riaccreditarsi con Roma. E poi ci sono i De Luca’s. Guerini tratta con Letta per tutelare la sue truppe alla Camera e al Senato e ha bisogno di tenere i toni bassi. Garantire quella pace che il Nazareno invoca sin dall’insediamento. Portare al tavolo delle trattative una tregua sul terzo mandato dello Sceriffo è un colpo grosso.
E sarebbe questa la ragione reale, profonda dal momentaneo raffreddamento del governatore sul tema. “A che devo rinunciare? Non me l’ha dato ancora nessuno. Sono quelle cose che mi colpiscono per il livello di pochezza e francamente anche di stupidità. Il mondo che è attualmente impegnato in una guerra, si ragiona sugli equilibri in Europa, popoli che sono travolti in un bagno di sangue e c’è qualcuno che pensa al terzo mandato”, tuonava De Luca due settimane fa. Non c’è nessuna nobile ragione, solo realpolitik. Lo Sceriffo tornerà all’attacco.
De Luca pronto ad accogliere i grillini
NAPOLI (Loredana Lerose) – Il corteggiamento è stato lungo, ma il Movimento 5 Stelle è ad un passo dal conquistare il governatore Vincenzo De Luca e di conseguenza un posto in giunta. Ma prima c’è da riorganizzare il consiglio regionale. A sbloccare una trattativa iniziata mesi fa è stata, stando a voci di palazzo, la rivolta della minoranza del Pd, e degli intellettuali, contro il numero uno di palazzo Santa Lucia che pur continuando ad essere politicamente autosufficiente, e la schiera di fedelissimi extra-dem lo dimostra, è pronto a superare l’antipatia per i grillini e ad accoglierli a braccia aperte anche per allinearsi con il partito nazionale che all’alleanza giallorossa non vuole rinunciare. Al di là di chi entrerà in giunta, che sia un politico o un tecnico la decisione sarà in accordo con i vertici romani, c’è prima da ponderare i cambiamenti che avverranno all’interno del parlamentino campano. Con il passaggio del M5S in maggioranza i pentastellati non avranno più diritto né alla vicepresidenza ricoperta dalla capogruppo Valeria Ciarambino né alla presidenza delle commissioni speciali quella Aree interne ricoperta da Michele Cammarano e quella Innovazione e sostenibilità per la competitività ed il rilancio delle imprese guidata da Gennaro Saiello. Tutti incarichi che spettano alle opposizioni. Se il centrodestra può esultare poiché sarebbero loro a beneficiare delle caselle liberate, i consiglieri di maggioranza devono iniziare a rassegnarsi all’idea di perdere qualcosa. Quasi sicuramente, ad accordo chiuso, andranno riviste le presidenze delle commissioni permanenti poiché, anche laddove la Ciarambino riuscisse miracolosamente a spuntarla rispetto ad altri ipotetici assessori, resterebbero Saiello e Cammarano, o altri due consiglieri del gruppo 5 Stelle, da ‘accontentare’. Sempre stando a voci di palazzo, la necessità che De Luca ha di salvaguardare i suoi fedelissimi al momento, le ipotesi possibili non sono molte. Sembrano intoccabili i presidenti in quota Pd, come Franco Picarone che guida la commissione Bilancio e Bruna Fiola quella Cultura, Giovanni Zannini del gruppo De Luca presidente che presiede la commissione Ambiente, Vincenzo Alaia di Iv la commissione Sanità e Giuseppe Sommese di Azione quella Affari Istituzionali. Le altre sono da considerarsi presidenze ballerine. Fari accesi su Luca Cascone che da presidente della commissione Trasporti potrebbe fare posto ad un grillino ottenendo in cambio la promozione ad assessore dello stesso ramo considerato che la delega non è mai stata assegnata. Sembrerebbe sacrificabile sull’altare degli accordi Giovanni Mensorio, per il semplice fatto che occupa la presidenza della commissione Attività produttive che potrebbe calzare a pennello a Saiello. Sbrogliare la matassa in consiglio regionale senza scontentare nessuno non sarà semplice, ma potrebbe rivelarsi necessario per garantire maggiore stabilità a De Luca e all’alleanza giallorossa in vista delle prossime elezioni politiche. Il possibile ingresso in maggioranza dei grillini in Regione sanerebbe il paradosso che vede già alleati i pentapiddini non solo a Roma, ma anche a Napoli, in città metropolitana e a Caserta.
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