MILANO – Il Napoli decide di andare controcorrente e non ascoltare i proclami, gli appelli e gli inviti che arrivano da istituzioni e governi del calcio. Da mercoledì prossimo la squadra guidata da Rino Gattuso scenderà in campo, sul terreno del centro tecnico di Castel Volturno per la prima seduta di allenamento mattutina, la prima al tempo del coronavirus, in piena emergenza nazionale, in vista di una ipotetica ripresa del campionato di serie A che ancora appare al momento lontana. Il presidente della società partenopea, con una nota della società ha comunicato la sua decisione spiazzando di fatto tutti le altre 19 società, a partire proprio dalla Lazio di Lotito, intenzionato a proseguire con gli allenamenti aprendo la strada su nuove modalità di preparazione atletica in sicurezza, simili ad uno ‘smart working’ da non svolgere però non più a casa ma sul campo di Formello.
La linea del Napoli
Il Napoli infatti si era inizialmente schierato dalla parte del presidente biancoceleste, ha poi seguito gli altri club per poi tornare alla posizione originaria di scontro. La decisione del Napoli rischia di scatenare attriti anche perché arriva poche ore dopo l’ultima assemblea di Lega serie A avvenuta prima del comunicato ufficiale del club azzurro. In quella circostanza si era presa la decisione di tenere fede alle direttive del governo e proseguire senza attività all’aperto e in gruppo fino al 3 aprile.
Si attendono le reazioni di Lega, Figc e Aic
Resta da capire ora come reagiranno la Lega, la Figc (da settimane molto chiari sull’argomento) e gli altri club, e soprattutto quella dell’Aic che proprio ieri con il suo presidente Damiano Tommasi era stato molto chiaro: “Chi pensa di avvantaggiarsi facendo allenare i suoi tesserati, non so cosa abbia in mente. Allenarsi ora, due mesi prima della ripresa del campionato, però non ha senso. Ed è pure pericoloso. In Spagna ci sono decine di giocatori positivi, mentre in Italia magari non tutti hanno fatto il test e ci sono più asintomatici di quelli che si pensa. La curva dei contagi adesso non dà tregua. Pensiamo a stare in casa. Tutti, nessuno escluso”. Il Lecce ha posticipato a data da destinarsi gli allenamenti mentre il Cagliari proseguirà con le sedute a distanza fino al 31 marzo.
Scontro sulla ripresa degli allenamenti
Lo scontro si intreccia con un altro scenario, quello sul taglio degli stipendi. Il sindacato calciatori è pronto al dialogo, le società hanno dato mandato al presidente Dal Pino di approfondire i discorsi coinvolgendo anche il presidente della Federcalcio Gravina. Ma per questa partita c’è in verità da aspettare cosa succederà, se si riuscirò a sconfiggere il virus e se davvero si potranno riprendere i campionati. Solo allora si può avanzare un piano. Si lavora comunque per capire come limitare il rosso di bilancio. E dalla prossima settimana arriveranno sul tavolo gli studi sui danni stimati che si aggirerebbero sui 720 milioni qualora il campionato non dovesse quest’anno ripartire.
(LaPresse)