Ebbene sì, occorre dirlo e ribadirlo: la nostra politica anti-Covid è stata un fallimento. Era chiaro si finisse col puntare tutto sui vaccini, presentati come la panacea di tutti i mali, ancorché prodotti e sperimentati in tempi irrisori (pochi mesi rispetto ai canonici tre anni), senza un solo rigo di letteratura scientifica e senza mostrare le risultanze complete delle prove di efficacia e della mancanza di un rilevante numero di eventi avversi (lievi oppure gravi che fossero). Si calcola che a tutt’oggi i vaccini abbiano provocato, in Europa, oltre 500 decessi ed un’incidenza di eventi avversi totali di oltre il 6%. Cifre e numeri tenuti al riparo e gelosamente conservati per i soli addetti ai lavori, sembra, per non demotivare i vaccinandi. Eppure il bollettino dei decessi per Covid, o presunti tali, tuona, ogni giorno, cifre altisonanti per allarmare la gente e spingerla alla vaccinazione, come unico e diffuso rimedio. I governi dei paesi Ue e quello americano, hanno elargito centinaia di milioni alle multinazionali del farmaco, per avviare e concludere la sperimentazione accaparrandosi il mercato internazionale. Lo stesso hanno fatto gli inglesi con Astrazeneca, il vaccino ideato ad Oxford, utilizzandolo anche prima che gli enti di controllo sanitari preposti dessero il via libera. Un corsa commerciale prima che scientifica!! A tal proposito converrà rinnovare l’informazione che tutti i vaccini dei quali parliamo hanno ottenuto dagli enti di controllo, solo una provvisoria autorizzazione per un anno. Giammai, dunque, sono stati “certificati”. Di converso, altri vaccini sono stati ignorati dagli acquirenti europei che, in tal modo, si sono legati alle volontà di quelle specifiche aziende produttrici, per le forniture delle dosi necessarie. Puntualmente i contratti non sono stati rispettati, le dosi fornite, ad oggi, sono puntualmente sottostimate rispetto a quelle concordate. In disparte, per l’Italia, la disorganizzazione e la confusione di indirizzi che ciascuna regione ha messo in atto, per dare attuazione alla campagna di immunizzazione su larga scala. Eppure il vaccino Sputnik di ideazione russa, risulta essere, allo stato, quello con minori rischi di eventi avversi, per la sua stessa specifica modalità d’azione: la mancanza di reazioni avverse, anche di quelle che sembrano dovute all’eccessiva produzione di anticorpi, in un organismo stimolato ulteriormente a produrne tramite l’inoculazione del vaccino. Questo fenomeno parossistico anticorpale, chiamato DEA, si sospetta possa essere il comune denominatore che lega tra loro le cause dei recentissimi decessi. Un’altra scuola di pensiero scientifico, invece, addebita il fenomeno DEA alla preesistente condizione di stimolazione nei soggetti che avevano già contratto il Covid naturalmente, sintomatici oppure asintomatici che fossero. Soggetti sensibili e reattivi se sottopostosi poi all’ulteriore stimolazione del vaccino. Se questa tesi risultasse verificata, ciascuno dei soggetti che si accingono a vaccinarsi, dovrebbero eseguire un preventivo test analitico: quello di determinare la pre-esistenza di anticorpi anti Covid. Tuttavia questa ultima ipotesi scagionerebbe il vaccino Astrazeneca come unico induttore di quelle reazioni letali. Una bella gatta da pelare per scienziati e politici che, fin troppo baldanzosamente, avevano preconizzato la sconfitta del virus in tempi brevi. Nel frattempo, dopo la concomitanza dei decessi in diverse nazioni, molte di queste hanno sospeso del tutto la somministrazione del vaccino inglese. In Italia, il blocco di Astrazeneca, sta provocando ulteriori ripercussioni inasprendo la carenza di dosi, con l’inevitabile perdita di tempo che cancella tutti i roboanti avvisi del governo Draghi. Un intero sistema, quello sanitario, sta mostrando limiti strutturali, di adeguata efficienza e ricettività soprattutto nel mezzogiorno d’Italia. A questa desolante constatazione si aggiunga la voragine di miliardi che questo sistema a gestione statale ha ingoiato negli anni, funzionando più come ammortizzatore sociale e clientelare che come sistema socio-sanitario. Fallisce per contraddittorietà ed insipienza anche la classe medica e scientifica ormai rappresentata ovunque non dai migliori ma da quelli politicizzati posti a capo delle istituzioni sanitarie. Cortigiani reggicoda della politica, più che uomini di scienza. Insomma oltre centomila morti, oltre un anno per vaccinare la popolazione, varianti virali permettendo: questo il lascito di un mondo nel quale ritorna la filosofia di Carneade di Cirene. Era costui uno scettico, bravissimo a sostenere con la stessa efficacia sia la tesi che l’antitesi su di un medesimo argomento. Così dimostrando, in frangente particolare, al Senato di Roma, che la giustizia e la saggezza non potevano andare d’accordo. E nel Belpaese, assalito dal morbo, si ha netta la sensazione che oggi quelle virtù manchino entrambe.