ROMA (AWE/LaPresse) – Ennesima fumata nera sui cieli dell’Ilva. Al Mise è andato in scena un nuovo incontro tra il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro Luigi Di Maio, i rappresentanti di Arcelor Mittal e i sindacati ma il risultato è scoraggiante: dall’azienda non è giunta alcuna proposta migliorativa sull’occupazione.
Nessun accordo raggiunto
“Non ci sono le condizioni per far ripartire il tavolo se Mittal non batte un colpo – ha tuonato il vicepremier – è chiaro ed evidente che quel piano non può soddisfare le nostre esigenze. Ce la metteremo tutta, ma da parte di Mittal non ci sono passi in avanti”. Al momento lavorano nelle acciaierie 13.500 dipendenti (scesi di oltre 1.10 rispetto al 2015): ballano quindi quasi 3.500 posti di lavoro che non troverebbero spazio nell’ultima proposta di Mittal.
Di Maio aspetta il parere dell’Avvocatura, Calenda attacca
Parallalemente rimane sulle teste degli operai la spada di Damocle riguardo il possibile annullamento della gara vinta dal colosso anglo-indiano. “Al massimo entro il pomeriggio del 7 agosto manderemo la richiesta di parere in autotutela all’Avvocatura dello Stato per quanto riguarda l’annullamento della gara. Prima di Ferragosto spero di trovare una risposta sui dubbi”, spiega sibillino Di Maio. Duro l’attacco al predecessore Carlo Calenda: “Chi aveva offerto di meglio dal punto di vista occupazionale e ambientale non è stato premiato dalla gara che ha fatto il precedente governo, ma solo chi ha offerto più soldi”.
Sindacati delusi
Delusione fortissima anche sul fronte sindacale. Per la Fim Cisl “la posizione dell’azienda sugli esuberi è immutata ed è inaccettabile, il Governo non scioglie ancora i nodi di sua competenza” e “la distanza verso l’accordo si allontana anche rispetto all’avvio della trattativa ormai 15 mesi fa”, mentre dalla Fiom viene sottolineata l’assenza di “passi in avanti”. “È un gioco sulla pelle di 20mila lavoratori e noi non ci stiamo! Di Maio ha ricordato che se dal parere dell’Avvocatura emergessero criticità sulla gara queste ricadrebbero sullo Stato e non sull’azienda. Attendiamo una convocazione a stretto giro dal ministro Di Maio, non c’è più tempo da perdere”, avvisa invece la Uilm.
Un incontro “positivo”
In serata Arcelor Mittal fa sapere che “l’incontro al Mise ha consentito la ripresa del dialogo” e per questo è da considerarsi “positivo”. La società assicura che nei prossimi giorni si dedicherà “alla definizione di successive ipotesi di lavoro in modo da potersi incontrare nuovamente a breve su basi più efficaci”.
Le prossime mosse
I prossimi step sono cruciali e molto ravvicinati: senza una nuova proposta sull’occupazione Di Maio non richiamerà i sindacati e il 15 settembre scade l’ultima proroga concessa dal governo per chiudere l’accordo con le sigle di settore. Nel frattempo entro il 24 agosto l’Avvocatura dovrà esprimersi sulla gara. Visto che proprio il 24 luglio era stato avviato l’iter amministrativo finalizzato all’eventuale annullamento in autotutela del decreto del 5 giugno 2017. Tra l’altro non è detto che arrivi l’ok per rifare ex novo la gara, come ha ribadito lo stesso Di Maio. Tutti allontanano lo spettro della chiusura, ma il 1 settembre le casse dell’Ilva saranno vuote e il governo dovrà prendere una decisione. Il futuro dell’azienda si gioca in un mese.
di Alessandro Banfo