Imprese di pulizie gestite dalla cosca delle ‘Pazzignane’

Da sinistra, Luisa De Stefano e Vincenza Maione

NAPOLI – Il business delle pulizie nei palazzoni di Napoli est nelle mani della camorra. Nello specifico, nelle mani del clan delle ‘Pazzignane’. A parlare dell’affare è stato il collaboratore di giustizia Tommaso Schisa, figlio della ‘Pazzignana’ Luisa De Stefano, detenuta. Con i vertici dell’organizzazione dietro le sbarre (Luisa De Stefano e Vincenza Maione, condannate all’ergastolo per duplice omicidio), a prendere le redini del business sarebbe stata Gabriella Onesto: “Oltre ad aver avuto un ruolo in qualche omicidio per il quale ho già riferito, lei si occupa di gestire le estorsioni dalle ditte di pulizie per tutta Ponticelli”, le parole del pentito. Che ha aggiunto: “Per un periodo lo ha fatto anche la mamma di Michele Minichini”.

Il sistema

Tornando a Gabriella Onesto, Schisa ha proseguito affermando che “cura in prima persona estorsioni, sparatorie e gestisce una piazza di spaccio sotto casa sua. E’ cugina di mia madre. Le piazze che gestisce smercia sia crack, cocaina (che gestisce da sola) mentre eroina con Michele Minichini. Per l’erba non gestisce direttamente lei ma l’ha affidata a Maria di Gettone (Francesco Paolo Di Dato, ndr)”. La Onesto, finita in carcere nel blitz del 28 novembre, stando alle dichiarazioni di Schisa (ritenute attendibili dal pool anticamorra napoletano) “percepisce il danaro provento di estorsione alle imprese che si occupano delle pulizie dei palazzi di ‘Abbasc a Chicca’; dapprima svolgeva l’attività insieme a Cira Cipollaro, e in seguito da sola in quanto quest’ultima si è defilata dopo l’arresto per l’omicidio Cepparulo-Colonna”. Come veniva portato avanti il business? Oltre a pretendere il pizzo dagli amministratori di condominio, il clan decideva anche quale impresa far lavorare. Un affare da migliaia di euro all’anno che diventava anche oggetto di ritorsioni da parte delle organizzazioni rivali. Una sorta di campo di battaglia, oltre a quello rappresentato da piazze di spaccio e racket alle attività commerciali.

Un consolidato giro d’affari

Il giro d’affari sulle imprese di pulizia è un marchio di fabbrica della camorra della periferia orientale. Oltre alle ‘Pazzignane’, infatti, sulle ditta di pulizie si erano allungate anche le mani degli Aprea. “Nella distribuzione dei territori all’interno della nostra organizzazione, al Nonno (Gennaro Aprea, ndr) è stata affidata la zona del Conocal e la gestione delle attività illecite in quel territorio tra cui il controllo delle pulizie degli stabili, oggetto di imposizione – ha aggiunto Schisa – Non so chi materialmente si occupi di quest’ultima attività”. Tesi alimentata anche da un’altra gola profonda dei clan di Ponticelli, Rosario Rolletta, che nel Nel verbale del 14 aprile del 2021 ha riferito del funzionamento della gestione delle pulizie nei palazzi, gestione affidata nel parco Conocal a Fortuna Montagna, moglie del capoclan Gennaro Aprea: “Posso dire che a gestire le pulizie nelle scale dei palazzi è Fortuna Montagna, moglie di ’o nonno, Per quanto riferitomi dai De Martino, il nonno ha mandato a chiamare Ciculillo per fargli sapere che le pulizie nel Conocal dovessero essere gestite esclusivamente dagli Aprea”.
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