CASERTA – L’amministrazione comunale commissariata per il mancati invio alla Presidenza del Consiglio dei ministri degli atti relativi agli incarichi. Da pochi giorni si è insediata in Municipio una dirigente della Prefettura che dovrà provvedere in merito, vista l’inerzia del Comune. Il tutto in applicazione della sentenza 3849 emanata a fine giugno dal Tar Campania e che accoglie un ricorso presentato dall’avvocato Luigi Adinolfi (rappresentato e difeso da sé stesso) contro il Comune (con l’avvocato Pasquale Marotta).
Un anno fa
Una prima sentenza è stata emessa l’anno scorso: già in quella occasione il Tar ha accolto in parte il ricorso e ordinato al Comune di esibire la restante parte della documentazione richiesta a febbraio 2022 con istanza di accesso civico e relativa agli incarichi di collaborazione e consulenza. L’ente locale non ha però ottemperato e Adinolfi ha presentato un nuovo ricorso chiedendo la condanna dell’amministrazione all’esecuzione della sentenza e l’applicazione di una sanzione per ogni giorno di ritardo. Il tribunale ha quindi ordinato al Comune e di dare integrale esecuzione alla sentenza, consentendo l’accesso alla documentazione richiesta (in sostanza, le comunicazioni inviate alla Presidenza del Consiglio dei Ministri) o di attestarne l’inesistenza. Il Tar ha anche condannato il Comune a pagare 100 euro per ogni giorno di ritardo.
La ricostruzione
A gennaio scorso il Municipio ha comunicato di avere predisposto la documentazione, ma Adinolfi ha fatto presente alla Prefettura che questo non era avvenuto. L’ufficio di Governo ha chiesto chiarimenti all’ente locale, che ha sostenuto di aver ottemperato, trasmettendo i dati degli incarichi di consulenza e collaborazione affidati dal 2013 al 2022. Da qui il nuovo ricorso dell’avvocato, accolto a giugno dal Tar: i giudici amminisrativi hanno nitato che il prefetto non si è insediato – neppure nella persona di un dirigente da lui delegato – come commissario ad acta, sul presupposto dell’avvenuta esecuzione della sentenza da parte del Comune. E’ vero che l’ente ha trasmesso gli atti ad Adinolfi, ma non agli uffici ministeriali. Il commissario dovrà appunto verificare se ci siano documenti che comprovano l’invio al Governo. Non ci sono invece gli estremi per applicare le sanzioni.
Il commento
“Ci sono 1180 atti da verificare – commenta il consigliere comunale di opposizione Donato Aspromonte, che all’inizio del 2022 aveva segnalato la situazione all’Autorità nazionale anticorruzione – per cui il commissario procederà a campione”. Il consigliere si rivolse anche al segretario generale del Comune Salvatore Massi: quest’ultimo “mi rispose che dovevo studiare ed era tutto pubblicato”.
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