Incendi, la ricetta Musumeci per salvare turismo e boschi dalle fiamme

Due le risposte uscite dal vertice al Pala Regione di Catania, la prima nell'immediato a tutela del territorio e delle strutture turistiche per non mettere a rischio oltre che la popolazione la stagione turistica del rilancio.

Foto Andrea Di Grazia/LaPresse

PALERMO – Dopo i 257 incendi scoppiati fra venerdì e sabato in tutta la Sicilia, dopo le centinaia di persone evacuate a Catania e Siracusa, le migliaia di ettari di macchia mediterranea, uno stabilimento balneare carbonizzato, a Catania nel primo pomeriggio il presidente della Regione Siciliana ha convocato un vertice sugli incendi a cui hanno preso parte il capo del dipartimento di Protezione Civile regionale Salvo Cocina, il sindaco di Catania Salvo Pogliese, i Prefetti di Catania Maria Carmela Librizzi e di Palermo Giuseppe Forlani e il nuovo comandante regionale dei vigili del Fuoco Ennio Aquilino.

Due le risposte uscite dal vertice al Pala Regione di Catania, la prima nell’immediato a tutela del territorio e delle strutture turistiche per non mettere a rischio oltre che la popolazione la stagione turistica del rilancio. La seconda, più a medio termine sulla nuova politica di rilancio del corpo forestale regionale che se Roma darà l’ok dovrebbe contare su cento uomini in più assunti dopo un concorso.

“In ogni lido siciliano occorre installare una bocca d’acqua. La sicurezza negli stabilimenti balneari va affrontata partendo dall’esperienza vissuta due anni fa e alcuni giorni addietro alla Plaia di Catania. La sicurezza nei lidi è prioritaria per il turismo, soprattutto in quelli che ricadono nelle aree fortemente urbanizzate o per quegli stabilimenti che sono serviti solo da una sola e unica arteria stradale che in caso di emergenza diventerebbe inaccessibile” ha sottolineato Musumeci parlando delle misure previste nell’immediato per garantire la sicurezza delle strutture turistiche siciliane.

Ma se i piromani in più occasioni hanno colto impreparata la macchina di prevenzione e contrasto degli incendi, per il presidente Musumeci, parte della responsabilità ricade sull’abbandono del corpo forestale regionale che negli ultimi anni si è più che dimezzato e non ha ricevuto investimenti e risorse. “Servono uomini e strumenti tecnologici, non vogliamo che il corpo forestale muoia, ma che venga rilanciato nella prevenzione e nel contrasto agli incendi – ha ribadito Musumeci – L’antincendio in Sicilia per vent’anni è stato un argomento da sindacato, mai affrontato seriamente, dove non sono state destinate risorse cospicue. Il corpo forestale era destinato alla morte: su oltre mille dipendenti ne ho trovati 600, poi ridotti a 300. Fortunatamente con il concorso che dovrà essere espletato, se Roma darà l’ok, abbiamo racimolato oltre cento unità”.

Musumeci ha infine respinto al mittente le accuse di mancato funzionamento della macchina di prevenzione antincendio, ha difeso l’opera del 13 mila forestali regionali precari a 101 giorni o 78 giorni che si occupano di fare prevenzione sugli incendi boschivi. “Risponderemo anche ai sindacalisti che fanno politica e risponderemo anche agli sciacalli politici. In questo momento il tema è lavorare per contenere i danni. In ogni caso la prevenzione viene fatta dalla Regione nelle aree boschive. Ecco, le aree boschive in questi incendi sono interessate solo al 25 per cento. Non credo debba aggiungere altro”.

di Francesco Patanè

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