NAPOLI (Loredana Lerose) – Manca il premier ma M5S-Lega stanno elaborando le ipotesi per il nuovo governo. Rimescolate le carte stavolta si procede al contrario, i re del mazzo, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, candidati premier, si sono fatti da parte, serve individuare un nome terzo a cui affidare la guida del Paese, ad avere l’ultima parola sarà il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Nomi in campo per la guida del Paese
Nelle ultime ore è impazzato il totonomi. Giancarlo Giorgetti e Roberto Fico. Il primo, fedelissimo di Salvini è stato per dieci anni, dal 2002 al 2012, segretario sazionale della Lega Lombarda oltre che mediatore tra il leader del carroccio e quello di Fi Silvio Berlusconi, che, pare, si sia convinto a fare un passo di lato dopo aver parlato con lui. Il secondo, presidente della Camera, è tra i big del Movimento ed è considerato il leader dell’ala ortodossa, spesso contrapposto a Di Maio.
Questo, nel caso di Giorgetti sembra essere disposto a ragionare, ma sembra aver escluso l’ipotesi Fico premier già qualche tempo fa, quando sostenne “E’ e deve restare il nostro presidente della Camera”. A questi nomi se ne aggiungono altri, graditi a Mattarella e si tratta di Enrico Giovannini ex presidente Istat, già ministro nel governo Letta; il Presidente del Consiglio di Stato Alessandro Pajno su cui sembra nessuno, né Di Maio né Salvini abbiano posto veti; Elisabetta Belloni segretaria generale della Farnesina e, infine, l’ex commissario per la spending review Carlo Cottarelli. Questi i nomi graditi anche, e soprattutto, a Mattarella.
Economia, Interni e Esteri, la scelta è del capo dello Stato
Che fine abbiano fatto o faranno i ministri presentati in campagna elettorale da Di maio, non si sa, ma una cosa è certa, vista la situazione delicata, Mattarella è pronto a indicare tre ministri: quello all’economia, agli esteri e agli interni. Ministeri delicati che richiedono competenze specifiche ed esperienza.
Il gioco a tre punte
Sulla composizione del governo non basta l’accordo tra Salvini e Di Maio, serve il via libera di Mattarella che, così come fatto in passato dai suoi predecessori, Giorgio Napolitano e ancora prima da Oscar Luigi Scalfaro, è pronto a far valere il suo diritto costituzionale di promuovere o bocciare la squadfra di governo.