BANGKOK – Continua a salire il numero delle vittime nel Kerala, uno Stato nel sud dell’India, colpito in questi giorni da violente piogge monsoniche. Il bilancio è salito a 164 morti. Le inondazioni sono cominciate il 15 agosto. Secondo le ultime previsioni, la pioggia dovrebbe cominciare a dare tregua solo dal 19 agosto. Fino a quel giorno, si combatte per restare a galla.
India, il Kerala è in ginocchio
Le piogge monsoniche non si fermano nel Kerala, una delle mete turistiche più suggestive dell’India. Le inondazioni hanno messo letteralmente in ginocchio il paese, che si trova ora in piena emergenza. Sono 164 le vittime ad oggi, morte annegate per strada o intrappolate nelle loro abitazioni sommerse dall’acqua.
Frane e alluvioni hanno eliminato o danneggiato gravemente centinaia di case. La BBC online ha parlato di 150 mila persone sfollate, accolte in 1200 campi di accoglienza. Anche numerose infrastrutture vanno ricostruite: circa 10 mila chilometri di strade sono al momento inagibili, invase da una spaventosa quantità d’acqua.
In crisi anche la capitale commerciale del Kerala, Kochi. Nella città sono al momento ferme le ferrovie e la metropolitana. Interrotti anche i voli: l’aeroporto del paese dovrà restare chiuso fino al 26 agosto.
I soccorsi schierati
Il governo locale ha schierato in soccorso della popolazione tutte le forze a sua disposizione. Dodici le squadre della National Disaster Response Force (NDRF), per un totale di circa 540 persone, che si aggiungono alle 18 squadre già al lavoro.
Al loro fianco, tutte le forze armate: i contingenti dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica sono stati messi a disposizione dal governo centrale. I soccorritori stanno usando tutti i mezzi possibili per salvare vite umane. Sia a bordo di elicotteri che di imbarcazioni, si sta procedendo all’evacuazione delle abitazioni. Centinaia di persone sono bloccate sui tetti delle loro case.