NUOVA DELHI – E’ salito a 32 il numero delle persone uccise negli scontri a New Delhi tra abitanti indù e musulmani, nelle più drammatiche violenze da decenni nella capitale indiana. La tensione è salita in relazione alla nuova legge sulla cittadinanza, che i critici considerano una minaccia alla società secolare indiana e un modo per marginalizzare ulteriormente i 200 milioni di musulmani nel Paese. Domenica, mentre il premier Narendra Modi si preparava a ricevere il presidente statunitense Donald Trump, un gruppo di manifestanti musulmani ha protestato contro la legge che agevola la naturalizzazione per alcune minoranze religiose dai Paesi vicini, ma non per i musulmani. Sono seguite violenze con gli abitanti indù, con attacchi con armi da fuoco, spade, barre di metallo e asce.
La situazione
Il bilancio delle persone uccise potrebbe aumentare ulteriormente. Le autorità hanno imposto il divieto ai raggruppamenti di oltre cinque persone e chiuso le scuole. Inoltre, i musulmani hanno accusato la polizia di aver appoggiato gli indù e di non aver impedito le violenze. La polizia ha negato, ma video pubblicati da testimoni mostrano gli agenti immobili mentre i musulmani vengono attaccati, o mentre intimano ai musulmani di cantare l’inno nazionale. L’Alta corte di Delhi ha ripreso la polizia criticando la sua inazione.
LaPresse
India, scontri indù-musulmani sulla legge di cittadinanza: 32 morti a New Delhi
E' salito a 32 il numero delle persone uccise negli scontri a New Delhi tra abitanti indù e musulmani, nelle più drammatiche violenze da decenni nella capitale indiana.