NUOVA DELHI – Ha ottenuto il permesso di riaprire l’impianto di lavorazione di rame Sterlite, nel Tamil Nadu indiano, contro cui gli abitanti avevano protestato accusando la compagnia britannica Vedanta Resources di avvelenare l’area. La polizia a maggio aveva represso le proteste nel sangue, uccidendo 13 manifestanti. Vedanta Resources, di proprietà del tycoon di origine indiana Anil Agarwal, aveva presentato ricorso contro la chiusura dell’impianto di Thoothukudi, decisa dal governo locale. Ora il National Green Tribunal, autorità federale sulle questioni ambientali, si è pronunciato a favore della riapertura. Il governo dello Stato ha annunciato che ricorrerà in appello contro la decisione alla massima corte del Paese.
le proteste
L’impianto di Thoothukudi, tra i più grandi del Paese, è stato oggetto di proteste per lungo tempo. I manifestanti denunciavano danni all’ambiente e la loro ricaduta sulle persone che abitano nell’area, accuse che la compagnia ha respinto. Quando Vedanta aveva tentato di raddoppiare la capacità annuale dell’impianto, le dimostrazioni si erano intensificate. Il 22 maggio, la polizia aveva sparato sulle proteste, uccidendo 13 dimostranti. L’impianto era stato chiuso dal governo statale, subito dopo. Vedanta continua ad affermare di rispettare i migliori standard ambientali. Il tribunale federale le ha ordinato anche di spendere un miliardo di rupie (13,9 milioni di dollari) in tre anni per sostenere le comunità locali. Inoltre, ha criticato i regolatori ambientali del Tamil nadu, affermando che abbiano bloccato il caso con la burocrazia.
LaPresse