Inflazione, Brunetta: “Subito doppio patto sociale, uno europeo e uno italiano”

"Altro che crisi e pettegolezzi di quart’ordine".

Foto Ettore Ferrari / LaPresse / POOL in foto Renato Brunetta

MILANO – “Altro che crisi e pettegolezzi di quart’ordine. Ora Draghi e tutti noi al governo abbiamo il compito di uccidere il mostro dell’inflazione, che, come l’Idra, ha tante teste diverse e contro il quale abbiamo già stanziato 33 miliardi di euro. Dobbiamo essere lucidi nella diagnosi e nella cura: tutti gli interventi dovranno essere collocati all’interno di un doppio patto sociale, uno europeo e uno italiano. Non c’è più tempo da perdere”. Lo afferma il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, in una intervista a QN.

Per il ministro, sbaglieremmo a curare l’inflazione tutta “con lo stesso farmaco, ad esempio con la leva monetaria. L’aumento dei tassi a dosi massicce, da solo – spiega – rischierebbe di farci passare dalla padella dell’inflazione alla brace della stagflazione, con annessa esplosione degli spread, pericolosamente frammentati nell’eurozona”.

 La prima testa dell’Idra dell’inflazione, secondo Brunetta, “è quella di Putin: per metà (ma il rischio è che la situazione peggiori diventando strutturale) l’aumento dei prezzi riguarda al momento, infatti, i prodotti energetici e i meccanismi speculativi generati dalla guerra. Contro questa fiammata, da shock dell’offerta, bisogna accelerare sul price cap, il tetto al prezzo del gas e del petrolio importati dalla Russia, e sul decoupling, entrambi teorizzati e invocati da Draghi. Per questo obiettivo non possiamo aspettare ottobre. Ci vuole un accordo europeo subito”.

“La seconda testa dell’Idra – aggiunge Brunetta – è il surriscaldamento dell’economia post-Covid, che varia da Paese a Paese. Qui servono interventi mirati e selettivi. In Italia vedo tre mosse possibili: ai lavori poveri, non coperti da contratti o coperti da contratti pirata, vanno estesi i minimi stabiliti dalla contrattazione confederale. Per rafforzare in generale i salari italiani, strutturalmente bassi, avanti con il taglio del cuneo fiscale e con i salari di produttività. Per difendere il potere d’acquisto delle fasce di reddito medio-basse, infine, servono sforzi indirizzati chirurgicamente, seguendo l’Isee: aiuti per le bollette, bonus dei 200 euro non a pioggia, incentivi per i fringe benefit ai dipendenti”.

LaPresse

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