MILANO – Nuova frenata a gennaio per i prezzi al consumo. Nella prima rilevazione dell’anno l’Istat ha infatti segnalato che l’inflazione ha rallentato al +0,9% rispetto allo stesso mese del 2018, due decimi di punto in meno rispetto al +1,1% fatto registrare nel mese precedente. Rispetto a dicembre poi la crescita dei prezzi è stata pressochè nulla, facendo registrare un aumento di appena lo 0,1%.
L’Istat non nasconde che il quadro non è roseo
Nella nota che accompagna la rilevazione osserva che il 2019 per i prezzi si apre “accentuando i segnali di debolezza che avevano caratterizzato l’ultima parte del 2018”. In particolare a gennaio, a causa della forte flessione dei prezzi dei carburanti, la crescita dei prezzi dei beni si porta al di sotto di quella dei servizi e la pur bassa inflazione di gennaio, osserva l’Istat “è sostenuta anche dalle accelerazioni dei prezzi di componenti volatili quali i beni alimentari non lavorati e servizi relativi ai trasporti, mentre rallenta nella componente di fondo”.
Discorso a parte merita il cosiddetto carrello della spesa, l’indice dei beni di largo consumo che maggiormente impattano sulle spese delle famiglie. Per i beni alimentari, per la cura della casa e della persona, l’inflazione passa da +0,7% a +0,5%, mentre per i prodotti ad alta frequenza d’acquisto si passa da +1,2% a +0,7%.
Nel dettaglio rispetto a gennaio 2018 l’inflazione rallenta in modo marcato per i beni (da +1,2% a +0,6%), mentre i servizi rimangono stabili a +1,1%. Rispetto al mese di dicembre il differenziale inflazionistico tra servizi e beni diventa positivo e pari a +0,5% (era -0,1% nel mese precedente). E a questo punto l’inflazione acquisita per il 2019 è al +0,1% per l’indice generale e -0,3% per la componente di fondo.
Nel dettaglio rispetto a gennaio 2018 l’inflazione rallenta in modo marcato per i beni (da +1,2% a +0,6%), mentre i servizi rimangono stabili a +1,1%. Rispetto al mese di dicembre il differenziale inflazionistico tra servizi e beni diventa positivo e pari a +0,5% (era -0,1% nel mese precedente). E a questo punto l’inflazione acquisita per il 2019 è al +0,1% per l’indice generale e -0,3% per la componente di fondo.
Pressochè unanimi le valutazioni sui perchè della frenata. Per associazioni dei consumatori e commercianti i dati sono frutto della gelata dell’economia che ha naturali ricadute su acquisti e consumi. Intesa Sanpaolo non si stupisce invece troppo dell’andamento dell’inflazione e in un’analisi del capo economista della banca Paolo Mameli prevede un 2019 ancora freddo per i prezzi. “Il calo di gennaio non è sorprendente – dice Mameli – e non cambia di molto le prospettive. Pensiamo che l’indice possa rimanere attorno agli attuali livelli per la maggior parte del 2019 e la nostra stima è +1% su anno. Stimiamo un’ulteriore flessione nei prossimi mesi, seguita da un rimbalzo tra fine estate e inizio autunno“.
Confesercenti guarda alle prossime mosse del governo
Di fronte a un quadro di profonda debolezza dell’economia chiede di soprassedere a ogni possibile aumento Iva. “In questo scenario sarebbero una mannaia su prospettive già difficili. Bisogna fermarli subito, e procedere impegnando risorse per investimenti e consumi”. Federdistribuzione chiede invece di chiudere subito il dibattito sulla chiusura domenicale dei negozi. “Sarebbe un ulteriore elemento di incertezza”.
(LaPresse)