MILANO – L’onda lunga dei fattacci di San Siro, dalla morte di Daniele Belardinelli ai cori razzisti nei confronti di Kalidou Koulibaly, arriva fino ad Appiano Gentile. Non può essere altrimenti a neanche 48 ore dal successo ottenuto contro il Napoli che ha rilanciato l’Inter in campionato, con un terzo posto più saldo e una bagarre per la zona Champions che Icardi e compagni sono tornati a vedere con un certo distacco.
L’obiettivo dell’Inter è chiudere l’anno con una vittoria
Per non compromettere quanto di buono fatto a Santo Stefano però i nerazzurri dovranno completare l’opera nella trasferta di Empoli. L’obiettivo è quello di chiudere bene l’anno e dare un segnale di continuità prima della sosta invernale. Luciano Spalletti è consapevole tuttavia che il gruppo dovrà “resettare bene” e scrollarsi di dosso le sensazioni e le emozioni di questi giorni particolari “perché abbiamo bisogno di vincere questa partita”.
Spalletti analizza la trasferta di Empoli
Non sarà comunque, e non lo sarebbe stata a prescindere, una partita normale per il tecnico di Certaldo, che ritorna nella piazza che l’ha lanciato verso il grande calcio. Per i toscani arrivano solo parole al miele “Sono affezionato a quel posto, sono stati i primi chilometri che ho fatto nel calcio. Ci torno sempre volentieri in quello stadio – ha raccontato in conferenza stampa alla vigilia del match del Castellani – Poi è chiaro che andare a giocare una partita contro di loro in questo momento non sarà un compito facile perché sono una squadra che ha delle qualità sia individuali che collettive”.
Il ritorno di Nainggolan
Spalletti, che riaccoglie Nainggolan dopo lo stop punitivo contro i campani (“torna a disposizione, rientra nelle valutazioni che farò”, spiega a tal proposito annunciando qualche novità di formazione) confida che la lezione di Verona sia servita. “Come contro il Chievo se non saremo bravi a sfruttare le qualità che abbiamo diventerà una partita complicata”, avverte l’ex allenatore della Roma, che per il resto passa gran parte della conferenza a commentare e a replicare a quanto avvenuto mercoledì, dentro e fuori dal campo.
Stop al razzismo e all’odio
“La mia è una posizione di condanna, senza se e senza ma. Poi è giunto il momento di dire basta, basta a quelli che sono cori di razzismo, cori discriminatori, a quello che può essere l’inneggiare alla tragedia dell’Heysel o di Superga – la presa di posizione di Spalletti – basta andare a fischiare per sempre un allenatore o un giocatore per tutti i novanta minuti. Basta all’odio nel calcio, in generale”.
La proposta del sindaco di Milano e il sostegno a Koulibaly
Non può mancare un sostegno a Koulibaly (“siamo con lui, al suo fianco, così come al fianco di tutti quelli che vengono presi di mira durante le partite”) mentre c’è più scetticismo attorno all’idea, proposta dal sindaco di Milano Beppe Sala, di far indossare ad Asamoah la fascia di capitano.
“Le cose non si cambiano con un gesto ma con il continuo impegno quotidiano – ha evidenziato – Il capitano (Icardi, ndr) ha fatto vedere sul finale di partita quella che è la nostra idea e il nostro comportamento in generale. I calciatori lo hanno dimostrato dentro la partita stessa”. L’auspicio di Spalletti è che l’onda lunga di San Siro resti a Milano e non arrivi fino a Empoli.
(Lapresse/di Alberto Zanello)