Qualcuno l’ha chiamato ‘libro dei sogni’, e in effetti la sensazione è quella: tanti soldi da spendere, in tempi certi, per obiettivi ambiziosi. Il beneficio del dubbio non manca (e non mancherà mai) ma è chiaro ormai che la sfida delle sfide, per ogni amministratore pubblico, si chiama Pnrr. E’ grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza che Caserta ha ottenuto 80 milioni di euro che, aggiunti ad altri fondi europei pure intercettati dal Comune, fanno 150 milioni. Non proprio bruscolini, in mano al sindaco Carlo Marino. Che ora ha la responsabilità di spenderli ma anche la possibilità concreta di costruire la ‘sua’ città ideale. Come un altro Carlo che l’ha preceduto, Carlo III, il Re Costruttore.
La Commissione Europea ha recentemente approvato il pagamento della quarta rata del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza all’Italia: ma i sindaci hanno espresso alcuni dubbi sul futuro. La famigerata “rimodulazione” che ha portato al taglio di circa 10 miliardi della iniziale dotazione mette a rischio i progetti già finanziati a Caserta?
Posso dire con orgoglio che Caserta non perderà neanche un euro. Tutte le procedure già aperte andranno avanti, i cantieri in funzione continueranno a esserlo. Immaginiamo che per marzo 2024 tutti i progetti del Pnrr finanziati, parliamo di 70-80 milioni di euro, saranno partiti. Dopo Napoli la nostra è la città con più fondi assegnati e fino ad ora ogni step di verifica, come previsto dal cronoprogramma, ha avuto sempre esito positivo. A questi soldi vanno poi aggiunti i finanziamenti già ottenuti, come quelli previsti dalle politiche di coesione, sia di vecchia che nuova programmazione. Arriviamo a 150 milioni di euro totali.
Che, tradotti in opere, significano?
I progetti in essere sono una settantina, non solo opere pubbliche. Cito i finanziamenti più consistenti: 23 milioni di euro per il rifacimento delle strade intorno al Policlinico, 25 milioni di euro per l’ex Canapificio che diventerà terminal bus e luogo deputato all’accoglienza turistica, 25 milioni di euro appostati sul rifacimento delle infrastrutture idriche e 5 milioni di euro per gli asfalti che mitigheranno il rischio idrogeologico. E poi c’è un capitolo a parte sulle scuole (nelle foto a destra alcuni degli interventi, ndr). Dobbiamo spendere tutto, e quindi realizzare, entro il 2026.
Il termine coincide con la fine del suo secondo mandato: ha l’opportunità di lasciare una città che abbia la sua impronta, la sua visione.
La città che vedo è sicuramente una città giovane, per i giovani. Non a caso uno dei finanziamenti Pnrr più importanti che abbiamo riguarda gli alloggi universitari nell’ex caserma Barducci. A quei giovani, che tra qualche anno affolleranno le nostre strade, e ai nostri giovani, vogliamo consegnare una città smart, sostenibile e green.
Dettagli meglio tutto il progetto.
Intanto, devo sottolineare che l’intuizione di pensare Caserta come città universitaria risale a qualche anno fa, quando stipulai con il Comune un accordo con l’Università Vanvitelli, rettori Paolisso prima e Nicoletti poi, e il Demanio. Si tratta di 122 alloggi in via Ferrarecce, in una posizione strategica rispetto alle sedi dell’Ateneo presenti in città: a 150 metri dalla sede del corso di laurea di Medicina e Chirurgia di Caserta, a poco più di un chilometro dal complesso di via Vivaldi-viale Lincoln e dal Policlinico, a due chilometri dal complesso di viale Ellittico. Questi luoghi, con le altre scuole cittadine, verranno messi in collegamento attraverso una pista ciclabile – abbiamo un progetto da 3 milioni di euro – che andrà ad aggiungersi al nuovo sistema di trasporto urbano che presenteremo a breve.
Con la collaborazione di Air Campania?
Certo. Per gennaio ci saranno 12 mezzi nuovi, con un sistema da 250 paline elettroniche diffuse in tutta la città per sapere sempre dove si trovano i bus e i tempi di attesa. Una linea sarà interamente dedicata al trasporto scolastico che, in Campania, è gratuito grazie alla Regione. Dal venerdì alla domenica con l’autobus si potrà vivere la movida, grazie a un percorso che permetterà di raggiungere il centro da ogni parte della città dalle 20 alle due di notte. L’obiettivo è arrivare alla totalità di bus elettrici. Ci saranno tre stazioni di ricarica per i mezzi elettrici, torneranno i monopattini: la mobilità sarà green, e questo ai giovani piace molto.
Ai meno giovani, ai non studenti, ha pensato? Cosa devono aspettarsi, ad esempio, i commercianti del centro che combattono per tenere alzata la serranda, da veri eroi moderni?
Mi preme che capiscano innanzitutto una cosa: la viabilità che cambia, i parcheggi, la Ztl non sono misure penalizzanti, ma vanno vissute come opportunità. Il mio impegno con la categoria è quello di fare di Caserta la capitale del turismo commerciale. Quell’enorme numero di visitatori che ogni anno si reca al Centro Campania e all’Outlet deve arrivare in città, e noi dobbiamo essere bravi a intercettare questo flusso. Offrendo una città che funziona, accogliente, pulita, moderna. In una parola, giovane.
Addio, dunque, alla Caserta dormitorio?
Una città che investe sulla formazione deve essere dinamica. E pure sportiva. Con il Pnrr abbiamo previsto anche importanti investimenti sull’impiantistica sportiva. Lo stadio Pinto, il circolo del tennis, la pista di atletica, il nuovo palazzetto del basket, il Palavignola, lo stadio del baseball sono ulteriori motivi per cui chi a Caserta deve starci, per studio o per lavoro, poi possa pure restarci.