Campania, piano antibrucellosi bufalina: l’assessore regionale Caputo schiera i ‘suoi’ contro gli allevatori

Al Tavolo della trasparenza di tutto si è discusso fuorché dei dati sull’epidemia che ha messo in ginocchio numerosi allevamenti. Ma se Roma invierà il commissario, palazzo S. Lucia non presenterà ricorso.

Foto LaPresse - Marco Cantile 01/03/2015 Napoli, Italia Politica Vincenzo De Luca vince le primarie del Partito Democratico, come candidato Governatore, per le elezioni regionali. Nella foto: Vincenzo De Luca con l'europarlamentare Nicola Caputo

Nessun dato o dettaglio sull’andamento della brucellosi e della tubercolosi bufalina in Campania, tantomeno sull’attività regionale dedicata agli indennizzi da mancato reddito alle aziende colpite dalla politica regionale degli abbattimenti. Eppure al ‘Tavolo della trasparenza’ dedicato agli allevatori di bufale campane, convocato dopo oltre un anno e mezzo dall’assessore regionale all’Agricoltura Nicola Caputo, di questo si sarebbe dovuto parlare. Ma già il fatto che le pec di convocazione per lunedì mattina fossero state trasmesse appena il venerdì precedente, aveva fatto presagire ai più il vero oggetto della riunione alla quale avrebbero preso parte, come è accaduto lunedì scorso, anche il direttore dell’Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno, Antonio Limone, e il commissario per l’attuazione del piano di eradicazione delle infezioni bufaline Luigi Cortellessa con il suo vice, ed anche l’oramai immancabile ‘federiciano’ Giuseppe Campanile, da anni supporter scientifico delle tesi deluchiane.

Quanto agli allevatori convocati, quelli di sempre, quelli moderati, quelli allineati e coperti sulle politiche degli abbattimenti volute dal governatore campano Vincenzo De Luca e dallo stesso vertice dell’Istituto zooprofilattico Limone. Ai quali è stato chiesto, senza mezzi termini e dopo aver speso parole pesanti nei confronti dei leader del Coordinamento unitario per la difesa del patrimonio bufalino che da anni contesta in tute le sedi possibili le politiche regionali, di avviare una vera e propria campagna propagandistica, anche con interviste, in difesa dell’operato della compagine regionale.

Un “suggerimento” rivolto a più riprese alle rappresentanze allevatoriali invitate al tavolo intorno al quale, tra gli altri, erano seduti Davide Letizia uomo di Coldiretti e neo eletto vice presidente del Consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana, Giuseppe Miselli oggi direttore Coldiretti Caserta, poi Guido Coppola allevatore e presidente della Cia Caserta, Salvatore Ciardiello presidente di Copagri Campania, Lazzaro Jemma di Confagricoltura Salerno, Enrico Migliaccio presidente Ris Bufala e Giuliano Cacciapuoti di Agrocepi. Immancabili e in prima linea come sempre gli allevatori ambroschiani di ferro Biagio Cacciapuoti (cognato del sindaco deluchiano di Cancello e Arnone Raffaele Ambrosca), e Gaetano Petrella.

Visto, non alla riunione ma bazzicare gli uffici dell’assessorato, il neo commissario casertano di Confagricoltura Paolo Conte. Ricapitolando, la richiesta di schierarsi in aperta opposizione al movimento di protesta che fa capo al Coordinamento unitario per la difesa del patrimonio bufalino sarebbe stata insomma la vera ragione della convocazione. Un sospetto fondato, visto che di informazioni precise sullo stato dell’arte e sui risultati del piano di eradicazione delle infezioni bufaline nemmeno l’ombra. Stesso dicasi per i tempi, gli stanziamenti e le modalità di accesso alle risorse per il mancato reddito. Anzi per saperne qualcosa bisognerà attendere il bando. Ma anche sulla data di pubblicazione nessuna notizia.

Sullo sfondo, invece, l’ombra del commissariamento nazionale citato a più riprese dai vertici istituzionali presenti alla riunione e in qualche caso persino oggetto di scherno. Quindi, un po’ di singolare propaganda interna con note di soddisfazione suonate dal dottor Limone all’indirizzo della recente sentenza con la quale il Tar ha rigettato il ricorso degli allevatori contro il piano di eradicazione varato a marzo 2022. Sentenza, adesso, oggetto di ricorso al Consiglio di Stato. Una scelta obbligata, quella della giustizia amministrativa, ci sottolineano dal Coordinamento unitario, vista l’assoluta indisponibilità della Regione dell’Istituto zooprofilattico ad apportare modifiche al Piano.

L’unica disponibilità – ci racconta più di un allevatore – è stata quella di sempre. Ad personam. Quella del “vediamo caso per caso”. Delle certezze per alcuni e dell’ignoto per tutti gli altri. I presenti al tavolo contattati da Cronache, nel migliore dei casi, sono risultati “abbottonati” a conferma di un clima pesante che non pochi allevatori del movimento, soprattutto quelli delle aree cluster, denunciano da tempo, ribadendo la forte pressione nei loro confronti e che “così non si può andare avanti”.

Così, al Tavolo della trasparenza, se da un alto è stato affermato in tono sbeffeggiante “mo’ arriva il Commissario da Roma e risolve tutto”, dall’altro c’è che assicura di aver capito anche che qualora ciò accadesse, qualora cioè il ministro della Salute Orazio Schillaci decidesse di inviare un Commissario per l’eradicazione della brucellosi e della tubercolosi in Campania, la Regione non si opporrebbe, non presenterebbe alcun ricorso. Il che non significa , secondo voci di popolo, che non esiterebbe a suggerirlo agli allevatori. Quelli del Tavolo, quelli deluchiani, ovviamente.

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