Intrighi di palazzo, 007 e una certezza: il Centro vince sempre, rassegnatevi

La rivoluzione promessa dal M5S sta producendo esattamente l’effetto contrario a quello voluto: stanno rispuntando tutti i nomi degli ex democristiani

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse 05-06-2018 Roma Politica Senato. Voto di fiducia al Governo Conte Nella foto Matteo Salvini, Matteo Renzi Photo Fabio Cimaglia / LaPresse 05-06-2018 Roma (Italy)Politic Senate. Confidence vote for Conte government In the pic Matteo Salvini, Matteo Renzi

Rieccoli, rispuntano: Rutelli, Gianni Letta, Castagnetti, addirittura Ciriaco De Mita. La battaglia politica si sta inesorabilmente accartocciando sul Centro. Fateci caso: il Pd (che dovrebbe essere la sinistra, dovrebbe) viene svuotato dall’operazione Italia Viva (Renzi capitano), Forza Italia rinnega Salvini e dice addio alla coalizione di centrodestra (“siamo noi il Centro”) e i Cinque Stelle restano con il grissino in mano, evidentemente spiazzati dalla reazione a catena causata dall’alleanza di governo con il Pd. La rivoluzione promessa dal M5S sta producendo esattamente l’effetto contrario a quello voluto: stanno rispuntando tutti i nomi degli ex democristiani, e non della Seconda Repubblica, addirittura della prima! Certamente i ‘prodi’ Movimentisti saranno pure animati da tutte le buone intenzioni del mondo, ma evidentemente non hanno la capacità di scardinare il ‘sistema Italia’ vigente. La politica italiana non è una semplice ‘scatoletta di tonno’.

Per rivoluzionarla non basta armarsi di grissini, onestà e buoni propositi. Viene da pensare che ‘nuovo’ e ‘cambiamento’ siano parole d’ordine che nei sotterranei dei palazzi del potere attivano una segreta ‘operazione-rigetto’. I rottamatori vengono sistematicamente schiacciati e, o si adeguano o scompaiono. Sembra un film di spionaggio anni ’70: gruppi di potere internazionali, servizi segreti deviati, ‘facilitatori’, gente ‘infiltrata’, agenti ‘dormienti’ che, svegliati nel cuore della notte, rispondono alla chiamata degli ‘uomini in nero’ e vengono sguinzagliati in giro per il mondo per ‘neutralizzare’ con qualsiasi mezzo tutte le velleità dei ‘nuovi barbari’. Gli equilibri di potere costruiti dal dopoguerra ad oggi non si toccano! Ma non viviamo in un film. Il complotto è suggestivo, ma spesso è solo fantasia o ancora di più: una scusa di chi sbaglia e vuole scaricare barile.

Al massimo, come già iniziato a trapelare ieri sui giornaloni di regime, ci può essere un Gianni Letta (storico braccio destro di Berlusconi e unanimemente riconosciuto come abile uomo diplomatico, ‘introdotto’ nei salotti più esclusivi dell’establishment nazionale e internazionale) che ha già avviato i ‘contatti’ con i massimi vertici delle istituzioni italiane, premier Conte compreso, per ‘riaggiustare le cose’. Di certo i democristiani esistono, lo scandalo di Tangentopoli li ha spazzati via dalla scheda elettorale ma non dalla società: i Rutelli e i De Mita sono ancora in mezzo a noi e ora che il governo giallorosso vuole reintrodurre la legge elettorale proporzionale, possono tornare a fare la differenza. Il Centro torna protagonista. Renzi e la sua Italia Viva (sì, ma ‘quale’ Italia?), si caratterizzano principalmente come “non di sinistra” (“noi non cantiamo Bandiera Rossa”); Berlusconi pure vuole stare al centro; e infine i Cinque Stelle non sono né di destra né di sinistra. Chi resta? Mezzo Pd e LeU da una parte, Salvini e Meloni dall’altra. Tra l’altro con la prospettiva che quel ‘mezzo Pd’ diventi presto ancora più piccolo. Non c’è niente da fare: il Centro rappresenta oggi, in questo momento, la maggioranza del Parlamento italiano (oggi come negli anni dal 1946 a Tangentopoli).

Il ‘sistema Italia’ non si sposta di un millimetro. Per questa scatoletta di tonno serve qualcosa di più consistente di un grissino grillino. Salvini pare ci stesse provando (pare), ma neanche a suon di rutti e scimmiottamenti di Mussolini quella scatoletta si apre. Serve qualcosa di più evoluto, di più intelligente. Se ne troverà traccia sul suolo italico?

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