Inverno: come proteggersi dall’orticaria da freddo

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Orticaria freddo
Orticaria freddo

L’orticaria da freddo, nota anche come orticaria “a frigore”, è una reazione cutanea che si è manifestata in molte persone a seguito dell’esposizione a basse temperature. Sebbene venga spesso definita “allergia al freddo”, non si tratta di una vera e propria allergia, ma di una risposta della pelle che provoca la comparsa di pomfi rossastri e pruriginosi. La soglia scatenante si attesta solitamente intorno ai 4°C, ma individui particolarmente sensibili hanno riscontrato problemi anche con temperature inferiori ai 15°C. La prevenzione si è rivelata la strategia più efficace, basata su accorgimenti mirati nell’abbigliamento e nelle abitudini quotidiane.

I sintomi compaiono generalmente pochi minuti dopo il contatto con il freddo e possono persistere da trenta minuti fino a un paio d’ore. I segnali più comuni includono la formazione di pomfi, ovvero chiazze rosse e gonfie, soprattutto sulla pelle esposta come mani e viso, accompagnate da un prurito intenso e talvolta da una sensazione di bruciore.

Un altro sintomo caratteristico è il gonfiore localizzato, che può interessare le mani se si maneggiano oggetti gelidi o le labbra se si consumano cibi o bevande fredde. Nei casi più severi, fortunatamente rari, si sono registrati sintomi sistemici come mal di testa e affaticamento. In situazioni estreme, come un’immersione in acqua gelida, il rischio è quello di uno shock anafilattico.

La prima linea di difesa è un abbigliamento adeguato. L’obiettivo non è coprirsi in modo eccessivo, ma strategico. È fondamentale proteggere ogni parte del corpo con indumenti a strati, privilegiando tessuti come la lana o materiali tecnici termici che isolano e trattengono il calore. Accessori come guanti, sciarpa e cappello sono indispensabili per proteggere le zone più vulnerabili.

Anche gli sbalzi termici rappresentano un fattore di rischio significativo. Per questo, sarà importante abituare il corpo gradualmente al freddo quando si esce da un ambiente riscaldato. Si consiglia di evitare di passare bruscamente da una stanza molto calda, come dopo una doccia bollente, all’esterno. Mantenere il riscaldamento di casa o dell’auto a livelli non eccessivi aiuterà a ridurre lo shock termico.

L’attività fisica all’aperto non andrà sospesa, ma gestita con cautela. Durante lo sport, il sudore che si raffredda sulla pelle può innescare la reazione cutanea. È cruciale eseguire un buon riscaldamento al chiuso prima di uscire e indossare abbigliamento tecnico traspirante per mantenere la pelle asciutta. In caso di aria molto gelida, uno scaldacollo proteggerà le vie aeree.

L’attenzione si dovrà estendere anche a cibi e bevande. Il contatto con sostanze ghiacciate può provocare gonfiore alle labbra o, nei casi più gravi, edema della glottide con rischio di soffocamento. Sarà preferibile consumare bevande a temperatura ambiente o calde ed evitare, o assumere con estrema cautela, gelati e granite.

Infine, l’acqua fredda è un potente agente scatenante, poiché disperde il calore corporeo 25 volte più velocemente dell’aria. Si raccomanda di fare docce e bagni con acqua tiepida e di utilizzare guanti protettivi quando si maneggiano cibi surgelati. L’immersione totale in acque fredde, come in mare o al lago, andrà assolutamente evitata per il rischio di reazioni massive e pericolose.

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