MILANO – Al debutto davanti ai giornalisti dopo la vittoria elettorale che venerdì gli ha consegnato la presidenza dell’Iran, il conservatore Ebrahim Raisi ha fissato i suoi paletti. “Tornate all’accordo” sul nucleare, dice agli Stati Uniti, confermando che Teheran continuerà a negoziare a Vienna e che la rimozione delle sanzioni è “centrale per la nostra politica estera”.
Nessun incontro con Biden
Ma dice anche che non intende incontrare Joe Biden (grande differenza rispetto alla disponibilità che aveva dato il suo sfidante moderato alle urne, Abdolnasser Hemmati). E chiarisce che il programma di missili balistici e il sostegno iraniano a milizie regionali “non sono negoziabili” (mentre Washington, che prova a dare nuova vita all’accordo sul nucleare del 2015 dopo il ritiro unilaterale di Donald Trump, sperava di poter negoziare anche su questi punti). Non consentirà “negoziati per il gusto di negoziare”, ha detto Raisi, mentre da Vienna domenica sono arrivate domenica notizie positive di progressi per una ripartenza dell’accordo del 2015 e i rappresentanti dei Paesi coinvolti sono tornati nelle rispettive capitali per consultazioni.
Il nuovo presidente
Raisi, 60 anni, seduto davanti a un mare di microfoni, per lo più di emittenti iraniane e di Paesi che ospitano milizie appoggiate da Teheran, dopo un iniziale momento di nervosismo ha cominciato a stemperare la tensione in questa prima conferenza stampa da presidente eletto, incontro fiume durato oltre un’ora. Davanti ai reporter, si è anche definito un “difensore dei diritti umani” rispondendo a una domanda sul suo coinvolgimento nelle esecuzioni di massa di circa 5mila persone nel 1988 (faceva parte dei cosiddetti ‘comitato della morte’ che condannarono a morte prigionieri politici alla fine della guerra fra Iran e Iraq degli anni ’80). “Sono orgoglioso di essere un difensore dei diritti umani e della sicurezza delle persone, quale sono stato sempre da procuratore”, ha detto.
Le sanzioni
“Gli Usa sono obbligati a rimuovere tutte le sanzioni oppressive contro l’Iran”, ha dichiarato in modo netto il nuovo presidente. L’elezione di Raisi mette i conservatori in pieno controllo del governo mentre i negoziati di Vienna continuano a provare a salvare l’accordo mirato a limitare il programma nucleare iraniano. “Gli Usa sono obbligati a rimuovere tutte le sanzioni oppressive contro l’Iran”, ha detto Raisi. Trump ritirò unilateralmente gli Usa nel 2018, dando il via a mesi di tensioni nella regione: in risposta, Teheran cominciò ad abbandonare i limiti previsti dall’accordo, arrivando ad arricchire l’uranio al 60%, il livello più alto mai raggiunto.
(LaPresse/AP)