Ischia: Pichetto contro sindaci, in galera chi lascia fare. Salvini, vanno protetti

Foto Claudio Furlan / LaPresse Nella foto: Matteo Salvini

Dopo il cordoglio unanime, la tragedia di Ischia alimenta la polemica politica, che arriva a toccare il governo. A innescarla è il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, secondo il quale “basterebbe mettere in galera il sindaco e tutti coloro che lasciano fare. Che tutti facciano davvero il proprio dovere: da me all’ultimo amministratore”. Da lì a poco arriva la replica del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini: “C’è qualcuno che vorrebbe arrestare i sindaci, mentre io li vorrei proteggere, e vorrei liberare i sindaci,perché su loro gravano le maggiori responsabilità”.

Ma la tensione non è solo nell’esecutivo. Pichetto tenta di aggiustare il tiro e una nota del Ministero precisa che la sua “è una riflessione di carattere generale e non fa riferimento ad alcun amministratore in modo particolare”. Non basta però a evitargli altre critiche, in primis quella del presidente dell’Anci Antonio Decaro: “Il commento del ministro Pichetto Fratin sulla tragedia di Ischia, mentre ancora si cercano i dispersi e si contano le vittime, è di una volgarità inaccettabile e denota una grave ignoranza dell’argomento”, perché “liquidare la questione scaricando tutta la responsabilità sui sindaci, addirittura auspicando che vengano ‘messi in galera’, è l’opposto di quello che un rappresentante delle istituzioni dovrebbe fare: ora dal ministro aspettiamo delle scuse verso i sindaci italiani”.

A tenere banco è sempre il tema dell’abusivismo, da molti individuato come una delle cause dei tragici eventi provocati dall’alluvione a Casamicciola. Di polemica in polemica, sul punto torna sotto accusa la norma varata nel 2018 dal governo gialloverde guidato da Giuseppe Conte. “Un uomo senza vergogna” lo definisce il leader di Italia viva Matteo Renzi, perché ha usato “la consueta ipocrisia per difendere le scelte del suo governo”, mentre “i fatti sono chiari e rimangono scolpiti nella roccia della Gazzetta Ufficiale: nessuna campagna social fatta di fake news può negarli. E i fatti dicono che Giuseppe Conte ha firmato il condono per Ischia, ha abolito l’unità di missione ‘Italia Sicura’ e non ha mandato avanti il progetto ‘Casa Italia’ lanciato con Renzo Piano”.

Anche il segretario del Pd Enrico Letta, da Bruxelles, ritiene che “dobbiamo trarre esempio da questa vicenda e dire basta a qualsiasi logica di condono edilizio. La scelta del 2018 era una scelta sbagliata e il Partito democratico votò contro convintamente. Non vogliamo anche noi aprire polemiche in questo momento, ma è evidente che la protezione dell’abusivismo edilizio è qualcosa da mettere veramente da parte”.

Conte però non ci sta a essere messo in stato di accusa e contrattacca: “In queste ore, di fronte alla tragedia di Ischia che ci lascia tutti sgomenti, mentre i soccorritori ancora scavano nel fango per trovare dispersi, alcuni politici gettano fango su di me, la sempiterna categoria degli sciacalli. Vengo accusato di aver introdotto un condono per le abitazioni di Ischia, si vuole collegare la tragedia a una presunta mia responsabilità per aver sanato edifici abusivi. Niente di più falso”, risponde il leader del M5S, spiegando che “il cosiddetto decreto emergenza del 2018 non contiene alcun condono” e che “gli unici condoni realizzati nel corso del tempo sono quelli imputabili al governo Craxi nel 1985 e al governo Berlusconi nel 1994 e nel 2003”.

La norma del 2018 “era necessaria perché a Ischia la ricostruzione post-terremoto era rimasta completamente paralizzata: bisognava capire a chi poter dare il contributo pubblico per la ricostruzione e a chi no, perché proprietario di un immobile abusivo”, precisa l’ex premier accusando “un certo modo di fare politica non trova niente di meglio, in queste ore in cui si è consumata una grave tragedia, che colpire gli avversari politici avventandosi su falsità e menzogne rilanciate ad arte. Questa per noi non è politica ma sciacallaggio”.

A individuare una soluzione per evitare polemiche, anche in futuro, ci pensa – pro domo sua – il ministro degli Affari regionali Roberto Calderoli: “Credo che l’autonomia differenziata abbia il compito di stabilire una volta per tutte chi fa che cosa e di chi sono le responsabilità, in modo che non si possa più assistere a scaricabarili per cui nessuno poi ha fatto nulla, né in termini di demolizioni né di prevenzione”.

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