Istat, giù vendite al dettaglio: allarme calo acquisti di cibo

La crescita dell’inflazione inizia ad avere effetti visibili sui comportamenti delle famiglie.

La crescita dell’inflazione inizia ad avere effetti visibili sui comportamenti delle famiglie. Una dinamica che emerge chiaramente dai nuovi dati dell’Istat sul commercio, in cui si rileva come le vendite al dettaglio siano calate dello 0,4% ad agosto su base mensile. Una diminuzione la cui importanza è ancora maggiore prendendo in considerazione i volumi delle vendite, come mostra uno sguardo ampliato agli ultimi dodici mesi. Su base tendenziale, infatti, se le vendite al dettaglio aumentano del 4,3% in valore, allo stesso tempo calano del 2,1% in volume. Insomma, si spende di più per comprare di meno.

Un calo, quello del commercio al dettaglio, che comprende sia i beni alimentari che non. Ma è soprattutto sui primi che si concentrano i commenti allarmati delle associazioni dei consumatori. Assoutenti fa notare come le bollette alle stelle stiano portando gli italiani a tagliare spese primarie come appunto i generi alimentari, mettendo dunque sempre meno cibo in tavola. Il Codacons si appella al nuovo governo affinché tagli l’Iva sui beni alimentari e su tutti i generi di prima necessità. L’Unione Nazionale Consumatori, infine, sottolinea come neanche la stagione estiva, con i lavoratori in ferie e tanti turisti sul territorio, siano servite a dare una spinta a dati “pessimi”.

Le rilevazioni Istat sono ritenute preoccupanti anche dalle imprese. Federdistribuzione sottolinea che – a causa dell’incertezza sulla situazione economica generale – “un’ulteriore ombra” si getta sulla tenuta dei consumi nell’ultimo trimestre del 2022. E per Confesercenti c’è bisogno di un taglio immediato alle tariffe energetiche “se si vuole evitare una caduta libera dei consumi in autunno”. Processi che rischiano di rendere sempre più accidentato il percorso del nuovo governo sin dai primi giorni del suo ingresso in azione.

di Michele Mastandrea

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