Italia: ecoansia colpisce la salute mentale dei giovani

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Ecoansia giovanile
Ecoansia giovanile

L’emergenza climatica ha generato una crisi psicologica tra i giovani in Italia, alimentando sentimenti di ansia, sfiducia e rabbia verso il futuro. Questo è quanto ha rivelato la prima indagine nazionale dedicata alle conseguenze della crisi ambientale sulla salute mentale, realizzata dall’Istituto Europeo di Psicotraumatologia e Stress Management (IEP) per ReCommon.

Lo studio, i cui risultati sono stati pubblicati sul Journal of Health and Environmental Research, ha coinvolto un campione di 3.607 persone di età compresa tra i 18 e i 35 anni. I partecipanti hanno compilato un questionario diffuso tra giugno e novembre 2024 attraverso l’Unione degli Universitari e la Rete degli Studenti in scuole, atenei italiani e online.

Il fenomeno indagato è noto come “ecoansia”, definita come la profonda sensazione di disagio e paura provata al pensiero ricorrente di possibili disastri legati al riscaldamento globale. L’analisi ha evidenziato un forte collegamento tra questa condizione e un malessere psicologico generale, che non riguarda solo chi ha vissuto direttamente eventi climatici estremi, come alluvioni o ondate di calore, ma anche chi possiede una semplice consapevolezza della minaccia.

Dallo studio è emerso che l’impatto del cambiamento climatico sul disagio dei giovani è prevalentemente indiretto. Questo stato d’animo è mediato da tre fattori psicologici chiave: l’ecoansia stessa, il pessimismo nei confronti del futuro e, in misura ancora maggiore, la percezione di una mancanza di scopo nella propria vita. Questi sentimenti di frustrazione e impotenza sembrano prevalere sulla fiducia nella propria capacità individuale di contrastare la crisi.

La ricerca ha inoltre rilevato una dimensione geografica del fenomeno. I giovani che vivono nel Sud Italia e nelle Isole hanno mostrato in media una preoccupazione più elevata per gli effetti del cambiamento climatico, presentando in alcuni casi sintomi psicologici più intensi, come insoddisfazione, ruminazione e ansia.

«Il cambiamento climatico non è solo un problema ambientale, ma è diventato a tutti gli effetti una crisi emotiva e valoriale che interessa profondamente i giovani italiani», ha spiegato Rita Erica Fioravanzo, presidente dello IEP. «Questa crisi incide sul modo in cui immaginano il futuro, sulle decisioni quotidiane e persino sulle relazioni sociali. Per tutelare i giovani, dobbiamo riconoscere la gravità del loro disagio e affrontarlo insieme alle cause strutturali del cambiamento climatico».

La conclusione dello studio è un appello a non lasciare sole le nuove generazioni. Per restituire speranza, si chiede un intervento del governo italiano contro le cause profonde della crisi climatica, chiamando i suoi principali responsabili, le aziende del settore fossile, a rispondere dei danni causati. Parallelamente, è necessario garantire un supporto concreto alla salute delle persone, inclusa quella mentale, minacciata dagli effetti diretti e indiretti del riscaldamento globale.

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