ROMA – Fra Italia e Francia è in corso una guerra diplomatica per la missione in Niger. La recente audizione del ministro della Difesa Elisabetta Trenta davanti alle commissioni Esteri e Difesa del Senato ha confermato l’interesse per il paese africano, perché “è da lì che passano i flussi migratori”. Nel 2018 il contingente italiano a Niamey costerà 50 milioni di euro, compresi l’invio di 470 soldati, 130 mezzi terrestri e due aerei. Numeri certamente di scarso rilievo. La Francia, invece, ha da molto tempo interessi consistenti in Niger e attualmente gestisce l’Operazione anti-terrorismo Barkhane, fondamentale per la regione del Sahel, con 4000 uomini.
Una base per controllare i migranti
Tuttavia, a Ghat, nel sud ovest della Libia, Roma vorrebbe costituire un comando militare e di polizia che addestri le guardie di frontiera di Tripoli e presidi 5 punti di confine con Niger, Algeria e Ciad. Di lì infatti passa un crocevia di traffici illeciti, principalmente droga, armi ed esseri umani. L’Italia, insomma, vorrebbe controllare il flusso di migranti prima ancora che arrivi sul suolo libico. E il nuovo governo intende dare un’accelerata alla missione, per contrastare l’egemonia della Francia nella zona. Tanto che vorrebbe costruire una propria base, mentre attualmente le truppe sono di stanza nella base statunitense. La Francia si è sempre opposta a una missione italiana, ma negli ultimi tempi Roma sta tessendo la sua tela diplomatica con il governo nigerino.
Un volo umanitario contro il colera
A fine luglio, su richiesta delle autorità locali, per far fronte ad un’epidemia di colera, la Farnesina ha disposto, attraverso la rete della Cooperazione Italiana, un aiuto alla popolazione. Un volo dell’Aeronautica Militare è partito da Pisa. Secondo quanto reso noto dal ministero degli Esteri. il volo ha trasportato farmaci contro il colera. Inoltre, attrezzature per la depurazione, raccolta e distribuzione di acqua potabile. Tutto materiale di difficile reperibilità in loco.