ROMA – I mercati premiano l’apertura del governo al dialogo con Bruxelles sulla manovra. Lo spread ha aperto in calo, sotto i 290 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 3,232 per cento. Un trend che conferma quanto già avvenuto lunedì, con il differenziale tra Btp e Bund crollato di 30 punti dopo che i due vicepremier all’unisono avevano confermato la possibilità di una riduzione del rapporto deficit/pil perché “non ci si attacca ai decimali”.
Via al dialogo
Il vertice di Palazzo Chigi in serata non ha fatto altro che rinsaldare la nuova linea del governo Conte. Dopo la cena tra il premier e il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, il dialogo con l’Ue è cominciato. E per la prima volta l’Italia muove passi concreti, lavorando su due binari per ridurre spesa e deficit. Da un lato la revisione delle stime su pensioni e reddito di cittadinanza, dall’altro l’ampliamento delle spese eccezionali. Il governo punta a un risparmio di 3-4 miliardi di euro, lo 0,2% del Pil. È un segnale, probabilmente però non ancora abbastanza forte, visto che Bruxelles chiede un obiettivo di deficit nel 2019 stabile rispetto al 1,9% di quest’anno. Quindi un taglio da almeno 7-8 miliardi.
Pensioni e reddito
“Confermati gli obiettivi già fissati sulle pensioni e sul reddito di cittadinanza“, senza modificare la platea dei beneficiari e con un decreto per entrambe le misure già entro Natale. Questo hanno raccontato fonti M5S dopo il vertice a Palazzo Chigi. Se da un lato Salvini non è preoccupato da una riduzione dei miliardi stanziati per quota 100, i 5 Stelle infatti non vogliono vedere depotenziata la loro misura bandiera. Ecco quindi che, per non ridurre la platea, i tempi diventano determinanti. Secondo calcoli governativi, uno slittamento del via ad aprile permetterebbe un risparmio di 2,2 miliardi sul costo per il 2019.
Sul versante pensioni invece, i tecnici ritengono che i 7 miliardi stanziati siano sovrastimati. Ormai è quasi certo che ne basteranno meno perché, ha spiegato lo stesso Salvini, “non tutti” saliranno sul treno anticipato di quota 100. Agendo sul calendario del reddito e sui vincoli per quota 100 il governo punta così a risparmiare 3,6 miliardi.
Le spese eccezionali
L’altra forbice che l’esecutivo vuole utilizzare per ridurre il deficit sarebbe poi l’ampliamento delle spese eccezionali per ascoltare le richieste che arrivano dai Comuni e investire su ponti, strade, altre infrastrutture sensibili. Dopo il crollo del viadotto Morandi e i danni del maltempo in questo autunno. Dei 3-3,5 miliardi di risorse da ridistribuire tra i capitoli di bilancio, due terzi dovrebbero essere destinati così a interventi scomputabili ai fini del deficit. Un piano di investimenti contro il dissesto idrogeologico su cui poggerà appunto la richiesta di escludere dai conti altri due decimali del prodotto interno lordo.
Ma all’Ue le limature non bastano
Si parla di decimali, appunto, quelli su cui Di Maio e Salvini avevano promesso di non dare battaglia. Ma se quanto emerso dal vertice, per il momento a parole, è un segnale di apertura, dall’altro lato al momento non basterà a Bruxelles. In attesa dell’Ecofin, previsto per il 3-4 dicembre, i ministri delle Finanze dei Paesi Ue hanno il compito di dare una loro valutazione sulla manovra italiana. E nessuno degli interlocutori ritiene queste limature una vera svolta.
Le condizioni del sì
Tutto cambierebbe invece se il governo accettasse di ridiscutere con la Commissione Ue l’intera struttura di reddito e pensioni. Con la prima misura vista di gran lunga meglio da Bruxelles rispetto alla seconda. I commissari d’altronde partono da una richiesta di 7-8 miliardi di risparmi, il che significherebbe rivedere l’intera manovra. Per disinnescare la procedura d’infrazione restano circa tre settimane. Il dialogo è cominciato e l’Italia ha fatto il suo primo passo, con la scelta degli emendamenti da approvare e la prima sforbiciata alla spesa.